Quanto era stato previsto nel decreto legislativo n. 21 del 14 gennaio 2008 relativo alla definizione dei percorsi di orientamento all’istruzione universitaria, e in particolare dall’art. 4 “Valorizzazione della qualità dei risultati scolastici ai fini dell’accesso ai corsi di laurea universitari a numero chiuso” è stato rinviato a decorrere dall’anno accademico 2009/2010.
Lo ha stabilito il decreto legge n. 97 del 3 giugno 2008, approvato del tutto in sordina, e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 128 del 3 giugno 2008.
Per l’accesso alle università a numero programmato, quindi, come Medicina, Veterinaria, Odontoiatria, Professioni sanitarie e Architettura, per il prossimo anno accademico i ragazzi partiranno tutti dalla stessa linea di demarcazione. Nessun premio per quei diplomati col massimo dei voti e con carriere scolastiche eccellenti.
L’obiettivo che si prefiggeva l’ex ministro Giuseppe Fioroni in collaborazione con l’ex ministro dell’Università, Fabio Mussi era quello di valorizzare la qualità dei risultati scolastici ai fini dell’accesso ai corsi di laurea universitari a numero chiuso.
Il punteggio per l’ammissione ai corsi universitari, come spiegato nel decreto legislativo n. 21, è di 105 punti. Nell’ambito di tale punteggio, 80 punti sono assegnati sulla base del risultato del test d’ingresso e 25 punti sono assegnati agli studenti con particolare risultato scolastico, appositamente certificato.
Con l’approvazione di questo decreto legge è tornato sotto i riflettori il problema del numero chiuso e si è riaperto il dibattito tra coloro che sono a favore e coloro che sono contro questa modalità.
A quanto pare, però, da Viale Trastevere i test d’ingresso sono considerati “meccanismi ingiusti e pregiudiziali”.
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