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Nessun obbligo di rendere pubblici i criteri di valutazione delle prove concorsuali

Non esiste nessun obbligo da parte della pubblica amministrazione a rendere pubblici i criteri di valutazione adottati nelle prove concorsuali: lo ha sottolineato il sottosegretario Elena Ugolini rispondendo alla interrogazione dell’onorevole Siragusa (PD) in materia di concorso per 145 posti di dirigente tecnico.
Anche perché, ha aggiunto Ugolini, “l’esame delle prove viene effettuato sulla base delle prescrizioni contenute nella normativa vigente in materia concorsuale”.
Secca la replica di Alessandra Siragusa che ha invece evidenziato come esista ormai “una copiosa giurisprudenza amministrativa che, al contrario, stabilisce l’obbligatorietà di una determinazione ex ante di tali criteri”
Sui tempi pressoché biblici del concorso il sottosegretario ha ricordato che il concorso in questione è molto articolato in quanto prevede un gran numero di sottosettori (più di una quindicina in tutto).
Ogni candidato doveva svolgere tre prove scritte e poteva accedere a più sottosettori.
“La fase di valutazione di un numero così elevato di temi, contenenti spesso complesse argomentazioni tecniche – ha sottolineato Ugolini – richiede notevole impegno e attenzione e un adeguato margine di tempo”.
“A questo 
– ha detto ancora il sottosegretario – deve aggiungersi che la commissione esaminatrice è unica, che la stessa compie una valutazione collegiale sugli elaborati e che il numero di quelli esaminati in ogni singola seduta non può superare un certo limite, tutto ciò al fine di assicurare la parità di trattamento tra i candidati e l’uniformità delle valutazioni, altrimenti minate da inevitabili fattori soggettivi”.
In concreto, nella migliore delle ipotesi, gli esiti delle prove scritte si potranno conoscere nel mese di dicembre.
Quanto alla conclusione dell’intera procedura concorsuale, è del tutto impossibile fare qualunque previsione, in quanto – ha detto Ugolini – la durata della fase orale dipende proprio dal numero dei concorrenti ammessi a questa ultima fase.

Reginaldo Palermo

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