Ascoltiamo sgomenti il messaggio postato su FB dal Vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio che riguarda l’emendamento approvato in legge di Bilancio a favore della diffusione del tempo pieno grazie a 2 mila posti in più per la scuola primaria.
Aldilà della pochezza della cifra di posti che non potrà risolvere né i problemi di intere zone del Sud in cui il tempo pieno, prima che ai genitori che lavorano, serve ai bambini per avere l’occasione di uscire dalle condizioni di estremo disagio sociale in cui vivono, né quelli degli insegnanti esiliati ed immobilizzati, ci sconvolge l’affermazione seguente:
“Il tempo pieno…è una misura importante per gli insegnanti, perché si sbloccano 2.000 nuovi posti di lavoro nella scuola e di questi circa il 30% sarà in mobilità. Ovvero quella parte di insegnanti che per colpa della Buona Scuola sono stati “deportati” al nord con un algoritmo che non abbiamo mai capito, e che adesso, per esempio, potranno tornare verso il sud.”
Apprendiamo direttamente dal Vicepresidente del Consiglio, rappresentante del Governo che nulla dovrebbe avere a che fare con le materie oggetto di contrattazione sindacale, che la quota percentuale dei posti da riservare ai trasferimenti è il 30 %, e questo ancor prima che la questione stessa venga posta al tavolo di concertazione tra MIUR e OO.SS. che a quel tavolo siedono per tutelare gli interessi dei lavoratori dipendenti dell’amministrazione. Finora si sono tenuti solo due incontri interlocutori tra amministrazione e sindacati ed a quanto è stato reso pubblico non è emerso assolutamente nulla riguardo al tema cruciale delle quote mobilità da riservare ai trasferimenti, anzi non è stato proprio trattato. Dobbiamo pensare che il motivo sia che la questione non vuole neppure essere discussa? Magari perché è già stata decisa?
Grazie alle parole del Vicepresidente Di Maio oggi abbiamo certezza che la contrattazione sindacale è completamente svuotata delle sue funzioni, il potere contrattuale dei lavoratori azzerato e le loro istanze calpestate. Cos’altro deve succedere per rendersi conto che questioni che riguardano vertenze specifiche dei lavoratori del settore pubblico non sono più discutibili e concertabili?
Ci rivolgiamo direttamente alle basi ed ai vertici delle OO.SS. FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, GILDA INSEGNANTI, ANIEF e chiediamo loro come sia possibile tutto questo? Reagirete o con silenzio e rassegnazione accetterete che i temi centrali di vertenze sindacali sacrosante per gran parte dei vostri iscritti vengano discusse e decise in altre sedi?
Il dramma emerso con le assunzioni ed i trasferimenti coatti della 107 ha scoperchiato un vaso di Pandora e denunciato il continuo sfruttamento di risorse da parte del Nord del paese nei confronti del Sud anche nel campo intellettuale. Il problema dei docenti esiliati o “deportati” (come sono stati definiti dallo stesso Vicepresidente) unito a quello degli immobilizzati da anni al Nord, è diventato uno slogan, strumentalizzato in lungo ed in largo, svuotato dei suoi contenuti più profondi.
In questo momento reagiamo denunciando immediatamente procedure che ci sembrano intollerabili e gridando che nessuna, assolutamente nessuna buona notizia da condividere il più possibile oggi è giunta per i docenti “deportati” ed immobilizzati.
Condividiamo invece ancora una volta la piena solidarietà alle colleghe disperate che abbiamo visto gridare a Roma il 12 novembre ed una grande rabbia unita alla consapevolezza che quando si può porre rimedio concreto si ferma la volontà.
Nastrini Liberi Uniti; Osservatorio Diritti Scuola;
Disa 2014; Comitato 8000 esiliati fase B; Docenti Immobilizzati gruppo fb
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