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Nessuno è uguale

La famiglia dovrebbe essere luogo degli affetti, dell’ascolto, dell’aiuto reciproco, pur nella distinzione dei ruoli, e andare incontro ai propri compiti educativi con autorevolezza. In realtà sappiamo che è estremamente difficile assolvere a questo impegno tra lavoro, stanchezza, problemi relazionali di coppia, a volte in situazioni di famiglia allargata o nel ruolo di genitore singolo.
Il carico si fa più difficile da reggere quando il figlio è un adolescente con i problemi tipici dell’età con atteggiamenti sovente conflittuali, insicurezze, chiusure, crescente distacco dai modelli e dai valori che fino ad allora non erano in discussione.
In questo quadro che cosa succede se per di più il/la proprio/a figlio/a svela la sua omosessualità?
L’adolescenza omosessuale non è prevista, né in famiglia né altrove.
Un evento simile è quindi sempre vissuto in modo traumatico: scatena nei genitori sensi di colpa e inadeguatezza, di vergogna, di solitudine, sovente di rabbia, a volte di rifiuto. Perché tutti noi cresciamo in un clima fortemente omofobico, in una cultura “a misura di eterosessuale”, che non include la diversa identità in termini positivi, la percepisce come esempio di sessualità deviata, escludendone pertanto la sfera dei sentimenti e la persona nella sua interezza.
Il percorso che un padre e una madre dovranno allora compiere sarà complesso, ma una volta intrapreso permetterà loro di riaprire il dialogo, di costruire con il proprio figlio un rapporto più autentico, di accoglierlo, di dargli sostegno nei momenti più difficili rinforzandone l’autostima.
Di questo e altro ancora (come si pone la scuola di fronte a questa diversità? Quali sofferenze provocano gli atti di bullismo tra coetanei? Cosa significa sentirsi “innominabili”?) si parlerà nell’incontro con la prof.ssa Laura Manfredi dell’Agedo (Associazione di genitori, parenti e amici di omosessuali), che riporterà le esperienze raccolte negli interventi di counsellingcon genitori di ragazze e ragazzi omosessuali, effettuati nel corso di diversi anni sul territorio torinese.
 

In questi martedì sera il Gruppo Abele, nella Fabbrica delle “e”, propone alle famiglie uno spazio d’incontro, di riflessione, di discussione e di convivialità. 
Alle 19,30, chi lo desidera, potrà cenare insieme (prenotando entro il venerdì precedente al numero telefonico 011/3841083, o email genitoriefigli@gruppoabele.org)

Redazione

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