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Neve e freddo record, molte scuole ancora chiuse

Ancora lezioni e attività didattiche sospese a causa della neve e del freddo record che ha colpito diverse zone del Paese, in particolare nel Centro-Sud. Ma soprattutto a Roma, dove l’allerta neve venerdì scorso aveva determinato l’insolita decisione del sindaco Gianni Alemanno di tenere aperte le scuole di ogni ordine e grado ma di sospendere tutte le lezioni in modo che gli alunni fossero rimasti a casa senza rimanere indietro con i programmi. L’abbondante nevicata di venerdì scorso ha trasformato la chiusura a metà degli istituti in una ordinanza di chiusura totale delle scuole per i successivi tre giorni. Se le condizioni meteorologiche lo permetteranno, le scuole di Roma e Provincia riapriranno solo mercoledì 8 febbraio.
Sino al 7 febbraio, quindi, niente lezioni. Nemmeno nelle tre principali Università romane: niente lezioni, quindi alla Sapienza, a Roma Tre e Tor Vergata. Il sindaco Alemanno, che nel frattempo ha avviato un dura polemica con il prefetto, Franco Gabrielli, ha spiegato che la decisione di prolungare di lasciare chiusi gli istituti per un altro giorno è giunta “d’intesa con il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, dopo le segnalazioni di molti presidenti di Municipio, e in assenza fino ad ora di una previsione meteo ufficiale della Protezione civile nazionale (la polemica continua ndr), ha firmato un’ordinanza per mantenere domani la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado”.
Nell’ordinanza il sindaco di Roma chiede anche la collaborazione dei capi d’istituto. “D’intesa con il direttore dell’ufficio scolastico del Lazio, Maddalena Novelli, – si legge sempre nell’ordinanza del municipio – si dà disposizione a tutti i presidi e i dirigenti scolastici di attivarsi per segnalare a Roma Capitale e alla Provincia di Roma eventuali problemi relativi alle vie di accesso agli istituti e ai cortili interni per evitare ogni pericolo di ghiaccio o di alberature pericolanti, così da garantire l’incolumità dei bambini e dei loro genitori. D’intesa con il prefetto, gli uffici pubblici saranno riaperti normalmente domani anche per coordinare la riapertura delle scuole nella giornata di dopodomani“.
Cosa comporterà l’inatteso stop alle lezioni? Praticamente nulla nelle scuole dove lo scorso giugno i Collegi dei Docenti hanno saggiamente lasciato almeno quattro giorni di “riserva” oltre i 200 minimi previsti dalla legge per il riconoscimento dell’anno scolastico. In quegli istituti, invece, dove il numero di giorni programmati sono stati inferiori a 204 (assorbendone quindi troppi a favore di “ponti”, feste locali o prolungamenti di sospensioni natalizie e pasquali), presto gli stessi Collegi dei Docenti saranno presti chiamati a deliberare la “coda” di giorni necessari: in questi istituti, in pratica, sarà necessario prolungare le lezioni (da uno a quattro giorni) oltre la chiusura prevista ad inizio anno.
Ma le complicanze non finiscono qui. Secondo l’Anief, la chiusura forzata delle scuole sta comportando dei problemi anche sul fronte del rinnovo delle Rsu. Il 6 febbraio il sindacato di Marcello Pacifico ha quindi inviato formale richiesta, indirizzandola al Miur, all’Aran e alle organizzazioni sindacali che hanno firmato il protocollo che regola le elezioni in programma il 5, 6 e 7 marzo, attraverso cui chiede “una proroga per la presentazione delle liste nelle stesse scuole pari ai giorni di chiusura. A questo punto, infatti, sarebbe utile – sostiene l’Anief – soltanto il giorno di mercoledì 8 febbraio come data ultima per la presentazione delle liste”.
Alessandro Giuliani

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