A margine della conclusione della festa dell’Unità di Bologna, dove è intervenuto il Presidente del Consiglio Renzi, il deputato Nicola Morra, del Movimento 5 Stelle, ha fatto una breve riflessione sull’indifferenza del Premier nei confronti degli insegnanti che, tenuti fuori dalla festa e anche malmenati dalla polizia, manifestavano il dissenso contro il ddl scuola.
Ma cosa ha detto Morra? Ha affermato: “Renzi ha dimostrato di essere poco dotato della capacità di ascolto e di spirito democratico, perché era a chiudere la Festa dell’Unità di Bologna e non ha in alcun modo voluto confrontarsi con precari della scuola che chiedevano un confronto. Ci sono stati scontri e momenti di tensione e Renzi si è barricato perché non sopporta il confronto pubblico”.
Poi Morra prosegue dicendo che “lo sciopero del 5 maggio deve essere aiutato, supportato e sostenuto da tutti quanti noi, perché non è lo sciopero dei fannulloni della scuola, di quelli che, come sottolineava Poletti, possono farsi tre mesi di vacanze e di ferie durante l’anno, e lo sciopero di un comparto importantissimo in uno Stato democratico che è stato vilipeso da tanti governi precedenti, frustrato, puntualmente ingannato e deluso da quest’ultimo esecutivo”.
Quindi le parole di Nicola Morra, confermano l’appoggio politico del Movimento 5 Stelle allo sciopero del 5 maggio. Questo significa che almeno sulla scuola il M5S si trova d’accordo con la protesta del sindacato italiano e si pone a difesa della scuola pubblica. Una cosa è certa: questo sciopero è destinato a riuscire e a mettere in chiaro che si tratta di una riforma non condivisa dalla scuola, ma decisa in modo autoritario da uno stretto numero di persone.
I sindacati oltre che definire questa riforma un “mostro giuridico”, come ha fatto Rino Di Meglio della Gilda insegnanti, hanno da più parti espresso perplessità anche dal punto di vista attuativo. Per molti sindacalisti si tratta di una riforma scritta male, scritta da chi di scuola non capisce proprio nulla. Mimmo Pantaleo della Flc-Cgil sostiene che gli emendamenti che circolano in queste ore, sono inefficaci e non cambiano di una virgola la sostanza della riforma. Gli insegnanti rivendicano una riforma che abbia come parametro direttore, quello di avere una scuola più giusta, democratica e inclusiva.
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