Interpellato da ‘La Tecnica della Scuola’, il deputato del M5S, Nicola Morra, fa il punto sugli ultimi accadimenti nel mondo della scuola, in particolare sulla legge 107, la famosa riforma de ‘La Buona Scuola’.
Se il M5S dovesse vincere le prossime elezioni politiche e quindi si trovasse a governare il Paese, quali provvedimenti prenderebbe sulla scuola e abrogherebbe la contestatissima legge 107?
In primis aumenteremo la spesa per l’istruzione pubblica, il riferimento è sempre il dato negativo per cui noi, anche e soprattutto per colpa del governo Renzi, stiamo diminuendo la percentuale di quanto spendiamo in istruzione in rapporto al Pil ed invece la dobbiamo aumentare. Con le risorse che si andranno ad aggiungere a quelle già finora spese in istruzione, noi, in primis, provvederemo a “cassare” la 107 anche detta la Buona scuola. Naturalmente questo non significa che manterremo la scuola così come era, perché comunque la scuola, a partire dalla scuola secondaria di secondo grado ma anche investendo anche gli altri ordini e gradi, ha bisogno di una riforma complessiva, riforma che io personalmente estenderei anche all’Università.
Perché abrogherete la 107? E dove ritenete necessario intervenire per riformare la scuola?
La 107 è stata capace soltanto di intervenire sulla gestone delle risorse umane e nulla ha detto e nulla ha prescritto in merito per esempio alla riforma dell’insegnamento alla riforma della didattica al nuovo status che dovrà essere riconosciuto allo studente e alle nuove funzioni e alle nuove responsabilità che dovranno essere attribuite al docente per cui anche su questi temi si dovrà intervenire ma con un ampio consenso dopo avere ascoltato le parti sociali e dopo avere rapportato il nostro sistema d’istruzione formazione a quello dei maggiori stati europei e non solo.
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