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Niente affitto a studente di origini ivoriane: “Ho scelto l’Italia per il buon sistema scolastico. Ora non so se rimarrò”

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Uno studente universitario italiano a tutti gli effetti (come se questo contasse) di origini ivoriane alla ricerca di una stanza in affitto è stato discriminato a causa del colore della propria pelle: questo è accaduto, come riporta La Repubblica, a Pavia.

Il ragazzo, Menin Hubert Don, 26 anni, è iscritto a Bioingegneria all’Università di Pavia. Lui si è visto rifiutare una camera in affitto “perché qui preferiamo gli italiani”. Una risposta assurda: da qui il suo sfogo sui social. “ Sono ferito, soprattutto perché non l’ha scritto un 70enne (da cui non l’avrei comunque accettato, ma compreso più facilmente), bensì un ragazzo della mia età, che sarebbe potuto diventare un mio coinquilino. Credevo e speravo che i giovani avessero una mentalità molto più aperta. Ma è stata un’altra la cosa che mi ha fatto più male”, ha esordito con amarezza.

Lo sfogo su Facebook

“Non preoccupatevi non è colpa vostra ma è colpa di uno stato che si rifiuta di educare i propri figli, è colpa di uno stato che non riconosce di avere un serio problema, è colpa dello stesso stato che non accetta lo straniero ma è pronto ad approfittare dello stesso.In altre situazioni sarei rimasto in silenzio ma ho imparato che ‘chi tace acconsente’ perciò rifiuto di essere complice di questa vergogna, non posso sopportare che la generazione dopo la mia sia costretta ad accettare tutto Ciò!”, queste le sue parole scritte su Facebook.

“Sono arrivato in Italia dalla Costa d’Avorio quando avevo appena cinque anni. Ho frequentato tutte le scuole in Italia e a settembre del 2022, dopo una lunghissima trafila burocratica, ho finalmente ottenuto la cittadinanza italiana. Eppure evidentemente anche questo ‘patentino’ così sospirato non è sufficiente. Non vengo considerato italiano e devo subire discriminazioni come quella di qualche giorno fa. Provo ancora dolore al pensiero”, ha raccontato il giovane.

La discussione surreale

Ecco come sono andate le cose: “Non mi ha lasciato neppure modo di presentarmi, ha fatto le sue considerazioni basandosi unicamente sul mio nome e sulla mia foto profilo, nella quale ovviamente si vede che ho la pelle scura. E sa qual è la cosa più assurda? Quando gli ho risposto di non disturbarsi a scrivermi, dato che non andrei mai a convivere con dei razzisti, è stato lui a chiedere a me di scusarmi, perché gli avevo dato del razzista senza conoscerlo. Ci sarebbe da ridere, se non facesse così male. Poi si è arrampicato sui vetri, ha usato la solita argomentazione, quella per cui ‘ho già un coinquilino straniero, quindi non sono razzista’. Mi ha detto che è proprio il ragazzo straniero a preferire un italiano, perché vuole imparare la nostra lingua: se mi avesse lasciato modo di parlare prima di rifiutare la mia proposta, gli avrei spiegato che sarei stato ben felice di aiutarlo con l’italiano. Avremmo potuto fare uno scambio, visto che io invece vorrei perfezionare il mio inglese”.

“A livello generale ho notato un peggioramento del clima da questo punto di vista: in passato i razzisti cercavano di mascherare maggiormente le loro opinioni. Nell’ultimo periodo sembra che si facciano molti meno problemi a uscire allo scoperto”, ha detto il 26enne.

Le opinioni sulla scuola

Quest’ultimo ha raccontato di non aver avuto particolari problemi a scuola, almeno nei primi anni: “All’inizio assolutamente no: gli anni più belli e sereni della mia vita, da questo punto di vista, sono stati quelli delle elementari a Vigevano. I bambini da piccoli non hanno pregiudizi, giocano insieme e basta. Ho scoperto il razzismo alle medie: ero ancora molto ingenuo, ma mi sono presto reso conto che alcuni compagni di classe non mi volevano nella loro squadra quando c’erano le partite di calcio o non mi invitavano alle uscite”.

Ed ecco alcune parole sulla scuola italiana: “Qualche tempo fa i miei genitori si sono trasferiti in Francia alla ricerca di migliori opportunità di lavoro, ma io ho deciso di rimanere qui, soprattutto perché sono convinto che il sistema scolastico italiano sia tra i migliori al mondo. Avevo scelto questo come mio Paese, ma adesso sinceramente non lo so più. Pensare di far crescere un eventuale figlio esponendolo a probabili episodi di razzismo mi sconforta. Non mi sta bene. Si parla tanto del problema della fuga dei cervelli e temo che io diventerò uno di loro dopo aver completato il mio percorso di istruzione. L’Italia mi ha cresciuto bene con una mano, ma con l’altra mi sta allontanando. Per ora mi sento così”, ha concluso, non escludendo una sua “fuga” dall’Italia.