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Niente aumenti a gennaio: il Tesoro è in ritardo

L’incontro fra Governo e sindacati in materia di contratti pubblici, previsto per la giornata dell’ 8 gennaio non si prospetta per nulla tranquillo.
E’ di poche ore, infatti, l’allarme lanciato dai sindacati scuola secondo cui gli aumenti contrattuali che sarebbero dovuti entrare già nelle buste paga di gennaio verranno corrisposti, se tutto filerà liscio, il prossimo mese di febbraio.
“L’ente pagatore (Tesoro) – rende noto un comunicato di Cgil-Flc – non ha ancora predisposto le idonee procedure informatiche per adeguare gli stipendi del personale della scuola ai benefici economici del contratto: questo ritardo, contrariamente alle assicurazioni ricevute dai sindacati alla sottoscrizione del CCNL, mette in discussione la liquidazione degli arretrati e l’adeguamento degli stipendi nel mese di gennaio”
Con un telegramma inviato nella giornata di oggi 7 gennaio, i sindacati confederali della scuola chiedono che si ponga immediatamente rimedio alla situazione.
“La notizia – sottolineano i sindacati – è sconcertante ed inaccettabile al tempo stesso e tutto ciò accade per esclusiva responsabilità del Tesoro. Siamo di fronte ad un danno gravissimo e ad una situazione paradossale: da un lato, il Presidente del Consiglio, rispondendo alle rivendicazioni delle Confederazioni, dichiara di volersi impegnare da subito per difendere ed incrementare le retribuzioni dei lavoratori mentre, dall’altro lato, il Tesoro non mette in pagamento neanche gli incrementi dovuti ai lavoratori per un contratto già sottoscritto ed anche già scaduto”.
“Il Governo – chiede Cgil-Flc – deve correre ai ripari: il Ministero del Tesoro deve emettere subito un mandato speciale per mettere in pagamento arretrati ed incrementi contrattuali comunque con il mese di gennaio”.
Nell’incontro dell’ 8 gennaio i sindacati ribadiranno certamente la necessità di liquidare regolarmente gli stipendi di gennaio ma metteranno alle strette i Ministri interessati per ottenere che venga affrontato il problema delle risorse necessarie per rinnovare il contratto biennale di 3milioni e mezzo di dipendenti pubblici.
Per ora il Governo ha messo sul piatto (e cioè nella legge finanziaria) poche centinaia di milioni di euro (ne sarebbero necessari almeno 2 miliardi e mezzo) propenendo persino che si passi dalla scadenza biennale a quella triennale e che gli aumenti venga distribuiti solo fra il personale più meritevole.
Ma siccome i sindacati hanno già fatto sapere di non essere molto d’accordo, l’incontro si preannuncia difficile.
Reginaldo Palermo

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