Si chiude con il pronunciamento del Consiglio di Stato una vecchia contesa che aveva visto fronteggiarsi la Regione contro una nutrita rappresentanza di genitori. Da una lato il bisogno di sfoltire la giungla burocratica; dall’altro il timore che il mancato controllo medico sui bambini malati potesse intaccare la salute dei loro compagni di classe.
Interessati alla disposizione sono stati finora tutti gli alunni delle scuole, dall’asilo alla media superiore, 190.000 ragazzi: dopo cinque giorni di assenza, i maestri o i professori volevano dagli alunni, o dai loro genitori, un certificato medico che attestasse la completa guarigione del minorenne, soprattutto se nel frattempo aveva contratto una malattia contagiosa.
Sette anni fa, il Tribunale amministrativo della Liguria aveva dato ragione ai genitori cancellando la disposizione della Regione, ma una sentenza recente d’appello ha ribaltato la scelta del primo grado di giudizio.
Consultato un gruppo di lavoro ministeriale composto da pediatri e infettivologi, i giudici amministrativi d’appello hanno concluso che il certificato non serve più perché, sono le parole usate dalla relazione dei medici per l’infanzia, “le malattie infettive sono spesso contagiose in fase di incubazione, ma raramente quando il soggetto è convalescente”. Come dire che il rischio di infezione è più alto quando lo studente ancora non sta male e frequenta la scuola, piuttosto che dopo il periodo di cura a casa.
La sentenza ha valore regionale ma costituisce un precedente importante, fa “giurisprudenza” come dicono gli addetti ai lavori, per i possibili prossimi pronunciamenti avanzati da altre amministrazioni sparse in tutta Italia.
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