Nel corso della conferenza stampa che si è svolta oggi, 24 maggio, al termine del Consiglio dei Ministri n. 82, i ministri Matteo Salvini e Giuseppe Valditara hanno commentato caldo la decisione, in una classe di una scuola della provincia di Treviso, di esentare alcuni studenti musulmani dallo studio della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Ecco le parole di Salvini: “Mi sembra demenziale che nelle nostre scuole non si possa studiare Dante perché sia offensivo siamo sull’orlo del baratro o ai limiti del ridicolo, scegliete voi. Che venga espunto il sommo poeta dalle nostre classi da qualche famiglia che si sente offesa credo sia un cedimento culturale, etico, educativo. Esentiamo anche chi si sente offeso dalla matematica o dalla geometria”.
Il ministro dell’Istruzione Valditara ha colto la palla al balzo per fare un annuncio: “Abbiamo disposto un’ispezione per verificare come stanno realmente i fatti. Un’esclusione dal programma scolastico di uno dei pilastri della nostra storia e letteratura è inammissibile”.
“Quello che è accaduto in una scuola secondaria di primo grado in provincia di Treviso, dove due studenti di religione musulmana sono stati esonerati dallo studio della Divina Commedia, in quanto ritenuta poter essere offensiva perché a sfondo religioso, è assurdo. Integrazione significa anche conoscere la cultura del Paese dove si vive e si studia. Questo stride anche con tutti i progetti che nelle scuole si fanno sulla figura di Dante, come esempio di sensibilità umana, di passione civile e di ardente spiritualità”, questo quanto dichiara, in un comunicato stampa, Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione ed al Merito.
“La Divina Commedia di Dante Alighieri è un’opera universale che appartiene a tutto il mondo. La sola ipotesi di esonerare degli studenti dal suo studio per motivi religiosi è semplicemente ridicola e contraria al valore superiore dell’opera e dell’arte in generale. Al tempo stesso è ridicolo che ci siano esponenti politici che strumentalizzano un caso che si auspica sia singolo e isolato per costruirci una narrazione a proprio uso e consumo. Di loro il Sommo Poeta direbbe soltanto ‘Non ti curar di loro, ma guarda e passa'”, così il deputato M5S in commissione cultura Gaetano Amato.
Ad aver preso la decisione i genitori di due studenti che frequentano la scuola media. Le famiglie sostengono che all’interno del capolavoro del Sommo Poeta siano presenti offese alla loro religione. L’insegnante aveva chiesto ai ragazzi che non seguono le lezioni di religione cattolica a scrivere sul diario una nota con cui viene chiesto ai genitori un parere sull’eventuale insegnamento dell’opera dantesca e altri scritti di carattere religioso.
E’ in questo frangente che le famiglie hanno espresso la loro contrarietà e per questo motivo i due studenti sono stati esonerati dal seguire le spiegazioni sulla Divina commedia, ripiegando su un altro autore, Boccaccio.
Su questo episodio è intervenuto ieri sera, 23 maggio, nel corso di un servizio andato in onda nel Tg di Antenna Tre Nordest il professor Alberto Pezzè, ex insegnante, che ha spiegato: “Può sicuramente urtare la sensibilità dei musulmani il fatto che nell’inferno, in particolare nel 28esimo canto, Dante incontri Maometto perché lo considera un seminatore di discordie perché Dante da credito, dimostra di credere ad una leggenda, nata probabilmente in ambiente crociato che non ha nessun fondamento di verità ma per la quale Maometto sarebbe stato addirittura un prete cristiano che non è riuscito a far carriera e, arrabbiato per questo, quindi avrebbe fondato questa nuova religione. E’ sempre il solito problema, di accettare il punto di vista degli altri, da tutte e due le parti”.
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