A maggio scorso è esploso il caso di una classe di una scuola media di Treviso in cui alcune famiglie di religione musulmana hanno chiesto e ottenuto ad una insegnante di lettere che i figli non studiassero la Divina Commedia di Dante Alighieri.
Nella scuola è stata fatta anche un’ispezione ministeriale e il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara si è espresso più volte, in modo negativo, sulla vicenda. Ora, come riportano Il Gazzettino e Oggi Treviso, il Consiglio Regionale Veneto ha approvato a maggioranza una mozione, presentata dalla Lega dal titolo: “Divina commedia, patrimonio della cultura italiana ed europea. Se ne tuteli e valorizzi l’insegnamento” per l’insegnamento della Divina Commedia a scuola, definendola opera “fondamentale per il percorso di integrazione sociale di tutti gli alunni, alla base di ogni programma scolastico. Il Consiglio regionale invita, quindi, le amministrazioni pubbliche a promuovere la conoscenza della figura e dell’opera del sommo poeta, padre della lingua italiana”.
“Una risoluzione per proteggere e tutelare la Divina Commedia, la sua lettura e insegnamento, nelle scuole”, interviene la presidente della Quinta commissione in Consiglio regionale del Veneto Sonia Brescacin (Lega-LV). “La Divina Commedia è universalmente considerata la più grande opera mai scritta in lingua italiana ed è una tappa fondamentale nel percorso scolastico, un’opera di immenso valore per la cultura italiana ed europea. Quanto è accaduto nella scuola trevigiana va nella direzione opposta rispetto a quanto previsto dalla legge e dalla nostra Repubblica”.
“Per tutti questi motivi – conclude Brescacin – con questa risoluzione che esprime l’orientamento del Consiglio regionale del Veneto, condanno ogni tentativo di censurare lo studio della Divina Commedia, con pieno sostegno a tutte le iniziative volte ad una corretta conoscenza della figura del Sommo Poeta, per lo straordinario ruolo che tutt’ora gli è riconosciuto nella cultura italiana ed europea”.
“Ripudiare Dante, che è il pilastro della lingua e della cultura italiana, significa rifiutare noi stessi”: è stata dura la reazione del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Il titolare del Mim precisa che “dobbiamo essere consapevoli e rendere consapevoli tutti che la nostra società non si fonda solo su diritti ma anche su doveri. Se non si conosce bene la nostra lingua non si può conoscere la nostra cultura e non si possono apprendere le regole del nostro vivere civile”.
“Credo che insegnare a tutti i ragazzi i ‘giganti’ della nostra cultura li renda veramente liberi. Mentre – ha concluso il ministro – è una scuola conformista quella che assume solo il punto di vista degli altri e non il nostro, non è una scuola libera e nemmeno costituzionale”.
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