Fateli mangiare bene a casa a colazione, perché la merenda è vietata in classe: famiglia avvisata non va contestata, o giù di lì, secondo il proverbio. Il preside di una scuola dell’avellinese, difronte al rischio di agevolare il contagio, perché bisogna abbassare la mascherina per mangiare, è stato categorico: a scuola non si mangia. Se proprio non se ne può fare a meno, mangiate di più a casa. Non ha specificato il menù, ma c’è mancato poco.
E a tale fine ha emesso una circolare per informare le famiglie, specificando che sarà meglio invitare i figli fare una abbondante colazione a casa, perché non è più possibile ‘spezzare’ con uno spuntino le cinque ore di lezione durante le quali non è consentito ai ragazzi togliere il dispositivo di protezione.
Inoltre, il dirigente nella circolare ha inserito pure disposizioni per gli insegnanti, in particolare per i docenti di musica, che dovranno inventarsi altre attività nelle ore dedicate allo studio della diamonica o del flauto dolce, ma anche della tromba e di tuti gli strumenti a fiato, che da oggi sono vietati nella scuola. Coi suoni difendono il virus perchè anche in questo caso il motivo deriverebbe dalla necessita di togliersi la mascherina per suonare e dunque meglio non fare lezione che togliersi il dispositivo. Una simile avventura normativa la dovrebbe suggerire ai licei musicali e in modo particolare a giugno, quando i ragazzi di strumento musicale devono affrontare gli esami di stato.
Scuola che vai, dirigente che trovi, ci viene di sottolineare ancora col proverbio, e in questo caso le sue scelte appaiono disarmanti, mentre veleggia il sospetto che non abbia sentito neanche i docenti coinvolti, né i collaboratori e nemmeno il collegio.
I genitori invece hanno messo l’asta in resta e a passo di carica si starebbero dirigendo contro il dirigente, ma per infilzare la circolare sulle merende piuttosto che l’altra sulla didattica “a fiato”: più dello strumento potè il digiuno.