Il sindaco di Como ha deciso: chi non è in regola con le tasse comunali, a partire dalla Tari, l’imposta sui rifiuti, non potrà iscrivere i propri figli agli asili nido. Questa una delle linee d’intervento del primo cittadino, soprannominato “lo sceriffo”, che promette tolleranza zero verso gli evasori fiscali. Lo riportano La Repubblica e Open.
“Nessuno tollera che non si paghino le rate condominiali, vero? Nel pubblico invece troppi pensano di poter fare i furbi. Anzi, se non paghi le tasse sei un figo! Beh, qui le cose stanno cambiando”, queste le parole del sindaco, Alessandro Rapinese.
Ecco alcune sue affermazioni provocatorie, che hanno sollevato alcune polemiche in questi giorni: “Ci sono pensionati a 500 euro al mese che pagano regolarmente la raccolta rifiuti. Davanti ai nidi, invece, vedo tanti Suv… Quindi, o ci si mette in regola, o si iscrive il figlio in un nido privato. Dove, se non pagherà la retta, il figlio non potrà più frequentare”, ha spiegato.
“Incrociando il database dell’anagrafe e l’archivio Tari abbiamo trovato chi non pagava mai. Questo Paese ha un tasso di evasione intollerabile, e Como pure. Nessuno pensa che l’università costa 3mila euro l’anno, ma ne costerebbe 30mila, se non ci fosse lo Stato. E gli ospedali, dove ti operano gratis? Perciò bisogna pagare le tasse. Molti si stanno mettendo in regola. Abbiamo un certo extragettito…”, ha concluso.
Non è la prima volta che il sindaco di Como è al centro dell’attenzione mediatica. Già lo scorso marzo, infatti, aveva fatto discutere la sua proposta di voler multare chi tarda prendere i figli all’uscita dall’asilo nido.
Alla base di questa proposta c’era il fatto che spesso il personale che lavora nei nidi è costretto a fermarsi dopo il proprio orario lavorativo per aspettare i genitori che tardano a prendere i figli, molti dei quali lo fanno come abitudine. L’ultima parola, adesso, spetta al prossimo consiglio comunale cittadino. Altre possibili novità introdotte dal regolamento: la cancellazione del modulo orario pomeridiano (dalle 10.30 alle 16.30) e del modulo intermedio (fino alle 17).
L’idea non è stata accolta bene da molte parti. Lo stesso vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini ha scritto un tweet molto critico. “Un po’ di rispetto per le famiglie e i loro problemi quotidiani non guasterebbe, spero che il Comune di Como ritiri questa sciocchezza”, ha tuonato.
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