Dal 2008 nelle scuole britanniche circola la direttiva, non imposta dal ministero, di non usare penne rosse per correggere i compiti degli alunni. Le correzioni vanno fatte in verde, blu, nero o matita, perché colori più sobri, più adatti a istruire nel modo migliore i ragazzi di oggi. La penna rossa, riprende il tema Tempi.it, è stata ritenuta “minacciosa e provocatoria”, e l’insegnamento oggi punta a tattiche meno punitive. Il colore rosso salta subito agli occhi degli studenti, che possono così vedere gli errori, ma anche esserne terrorizzati. Qualcuno dice anche che è sufficiente una spiegazione finale a margine compito invece di tante singole correzioni.
A distanza di cinque anni dal provvedimento scolastico, c’è qualche esponente politico che si dice perplesso.
Il ministro dell’Istruzione, Michael Gove, insiste a dire che gli insegnanti devono segnare chiaramente gli errori degli alunni, e ortografia e grammatica errata vanno segnate subito, o il ragazzo perpetrerà l’errore.
Bob Blackman (Tory) ha detto di essere stato contattato da un’insegnante che è stato rimproverato perché non usava colori “politicamente corretti”. “Mi sembra che il concetto di politically correct stia impazzendo”, ha detto Blackman, che ha chiesto un’interrogazione parlamentare per discutere di eventuali linee guida, ufficiali e approvate dal governo, sul modo di correggere i compiti in classe e se permettere la penna rossa o commenti a lato della prova scritta.
Elizabeth Truss, parlamentare che si occupa della frequenza scolastica e altre problematiche educative, ha invece ribadito che non è compito governativo. Ogni scuola può decidere che colore mettere al bando, insomma.
“I ragazzi hanno diritto di capire bene dove e quanto hanno sbagliato. L’idea che si debba usare questo o quel colore per correggere è folle”. La pensa così anche Chris McGovern, che guida l’organizzazione no profit Campaign for real education, che si occupa di tenere alti gli standard educativi delle scuole del Regno Unito. “In trentacinque anni di insegnamento, ho capito che i bambini preferiscono insegnanti che usano le penne rosse, di modo da capire subito dove sia l’errore. Molte scuole credono che il rosso sia minaccioso e intimidatorio, ma è un’idea davvero sciocca”.
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “Educazione in Evoluzione” tenuta da Matteo Borri dal titolo: “Ma (a che) serve…
Vendicarsi con i docenti, considerati troppo severi, fotografando la targa della loro auto per poi…
Da qualche anno, soprattutto dopo la pandemia da Covid, assistiamo ad una crescita di casi…
La Corte Costituzionale ha bocciato ben sette punti nevralgici della legge sull’autonomia differenziata tra cui…
Frequentemente si confondono due termini: bravata e reato. In realtà si tratta di due situazioni ben…
Continuano le prese di posizione sulle parole pronunciate dal ministro Valditara in occasione della inaugurazione…