Le recenti elezioni dei membri delle camere – alta e bassa – tenutesi lo scorso 15 ottobre stanno portando ad un cambio di passo circa le questioni – più o meno strategiche – che interessano gli equilibri interni dello stato polacco contemporaneo. La scuola, i cui aspetti brillanti dell’educazione postbellica la rendono uno dei fiori all’occhiello del paese nel panorama educativo internazionale, è al centro di feroci dibattiti. Preoccupa l’inflazione (oltre il 12 % quella reale) ed il limitato adeguamento della retribuzione docente il cui potere d’acquisto risulta essere sempre più minacciato dall’innalzamento dei costi dei beni di consumo. Il nuovo esecutivo guidato da Donald Tusk ha inserito, nella manovra di bilancio del 2024, un pacchetto di misure volte ad innalzare la retribuzione media dei docenti di oltre il + 30 %. Ricordiamo che, secondo i dati Eurydice, lo stipendio medio dei docenti polacchi è inferiore ai 10.000 euro annui. Accanto a tali manovre figurano iniziative, proposte in seno alla campagna elettorale, come il divieto progressivo dei compiti a casa per gli studenti della scuola primaria con il fine di favorire una maggiore integrazione sociale allungando le giornate trascorse in classe con attività extracurricolari.
I compiti obbligatori saranno aboliti nelle scuole primarie polacche a partire da aprile, ha annunciato la ministra dell’Istruzione Barbara Nowacka, mantenendo una promessa elettorale pre-elettorale del suo partito. Lei spera, come dichiarato all’emittente TVP, che in futuro anche gli alunni delle scuole secondarie non riceveranno più i compiti per casa. Nowacka, entrata in carica il mese scorso come parte del nuovo governo guidato da Donald Tusk, ha anche ribadito gli impegni precedenti di snellire il curriculum e concentrarsi maggiormente sul “pensiero critico, non imparare tutto a memoria“, nonché di ridurre il numero di studenti per classe. L’impegno ad abolire i compiti nelle scuole primarie è stato incluso nelle 100 promesse annunciate da Tusk lo scorso settembre in vista delle elezioni ed è stato poi incluso nell’accordo di coalizione firmato dalla sua Coalizione Civica (KO) con altri due gruppi a novembre, aprendo loro la strada per formare un nuovo governo. In un’intervista rilasciata la scorsa settimana al sito di notizie Wirtualna Polska, Nowacka, originario di KO, ha confermato che i piani stanno andando avanti. “Ciò che serve è l’abbandono dei compiti obbligatori e graduati e dall’inizio di aprile tale regolamento entrerà in vigore“, ha affermato, riferendosi alle scuole primarie, che in Polonia i bambini frequentano solitamente tra i 7 e i 15 anni. La sua promessa è stata poi ribadita anche da Tusk, che ha condiviso un video in cui chiarisce che per le classi dalla prima alla terza della scuola primaria non ci saranno più compiti a casa e per le fasce di età più avanzate verranno dati solo a chi li desidera come lavoro extra. Le discipline interessate dall’iniziativa saranno quelle umanistiche, nella fattispecie storico-filosofiche.
Il ministro ha anche affermato nell’intervista che gli insegnanti otterranno gli aumenti promessi del 30-33%, inclusi nel bilancio del governo per il 2024, a partire da marzo e non da febbraio come previsto in precedenza. Ha attribuito i ritardi alla decisione al presidente Andrzej Duda, alleato del PiS, di “giocare con il veto su una legge relativa al bilancio” il mese scorso. Ma ha detto che una volta introdotti gli aumenti salariali saranno retrodatati a gennaio. L’aumento dello stipendio degli insegnanti è stato un’altra delle promesse preelettorali fatte da Tusk. Una ricerca pubblicata dalla Commissione europea nel 2022 ha mostrato che gli insegnanti polacchi sono tra i meno pagati nell’Unione Europea, anche tenendo conto del costo della vita.
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