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Niente più DaD anche quando un alunno è positivo al Covid: il 70% dei docenti è d’accordo con il Ministero – Esiti SONDAGGIO

L’addio alla didattica a distanza deciso dal ministero dell’Istruzione sembra avere il consenso del 70% degli insegnanti: è questo l’esito dell’ultimo sondaggio prodotto dalla Tecnica della Scuola, al quale hanno risposto mille partecipanti di cui 9 su 10 docenti, equamente distribuiti sul territorio nazionale.

Erano due i questi posti dalla nostra testata giornalistica Cosa pensano della didattica a distanza? Che uso dovremmo farne, oggi, nelle scuole?

DaD per alunni positivi al Covid?

Se parliamo della categoria Docenti, analizzando le risposte al sondaggio, 7 su 10 apprezzano quindi la recente scelta del ministero (espressa nel Vademecum) di impedire il ricorso alla DaD per quegli alunni che risultassero positivi al Covid. Solo 3 su 10 ritengono che, a dispetto della fatica e delle difficoltà organizzative della DaD, sia importante mantenere sempre una relazione e un contatto con un eventuale studente positivo e magari asintomatico. Per costoro, evidentemente, nell’ottica di non privare l’allievo della lezione è sempre meglio la lezione telematica che nulla.

Nel caso della categoria Altro (dirigenti scolastici, Ata, genitori, ecc) il tema è più divisivo. Le due posizioni, favorevoli e contrarie, sostanzialmente si equivalgono.

In quali evenienze la DaD?

Ma le risposte più interessanti provengono dal secondo quesito, con il quale chiediamo ai lettori in quali evenienze andrebbe adoperata la DaD. Sebbene per il 73% degli insegnanti e per 55% degli altri soggetti, la Dad non dovrebbe servire anche per altre evenienze, al di fuori delle questioni sanitarie legate alla pandemia, la quota restante di rispondenti (il 23,7% di docenti e il 39,8% degli altri soggetti) ci offre spunti e suggerimenti per un uso esteso della didattica a distanza, accompagnati spesso dalla puntualizzazione che comunque il ricorso alla DaD dovrebbe essere ridotto a pochissimi e brevi periodi.

Risposte Docenti

In quali evenienze particolari andrebbe usata la DaD? Sono diverse le risposte fornite:

  • Solo allerta meteo.
  • Per gli alunni con bisogni educativi speciali – BES – impossibilitati a venire a scuola.
  • Per altre emergenze sarei d’accordo; per risparmio energetico no. Non si possono fare laboratori o scienze motorie a distanza.
  • Per collegi, colloqui coi genitori e riunioni pomeridiane.

Certamente, c’è anche chi si è posto in modo molto cauto, esprimendo perplessità e preoccupazioni: “Dipende. Può essere utile in caso di malattia dei ragazzi ma non deve essere usata per mancanza di aule. Purtroppo le scuole attivano la DaD anche per questo regolarmente, e non è più accettabile. I ragazzi hanno bisogno di essere presenti a scuola per non perdersi”. E ammonisce: “Attenzione, perché sta succedendo anche questo in certi istituti”.

E ancora: “La DAD è stata il male minore in un momento molto difficile, ma ha causato tanti danni perché la SCUOLA quella vera, è fatta dai bambini, ragazzi, adolescenti insieme ai docenti in classe. Tutti cresciamo nel confronto quotidiani con l’altro che ci stimola e ci supporta. La SCUOLA è in presenza“.

Risposte dirigenti, Ata, genitori…

In quali evenienze particolari andrebbe usata la DaD? Anche in questo caso le risposte sono state eterogenee:

  • Allerte meteo, infortuni, malattia, sciopero mezzi pubblici.
  • Malattie lunghe degli studenti (tumore, anoressia, ecc.).
  • Sicuramente deve entrare in modo organico tra le metodologie.
  • Ritengo che certi “strumenti” come la DaD non siano da cancellare, bensì da utilizzare come ausilio per poter rendere la scuola più efficace e produttiva. Ovviamente la DaD non può e non deve essere un sostituto della presenza.

Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dal 1° settembre al 2 settembre 2022. Hanno partecipato 972 lettori. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.

Carla Virzì

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