Una nota del Ministero dell’Istruzione riconosce il diritto al consenso informato dei genitori su tutti quei progetti extracurricolari e quindi non obbligatori.
Da ciò ne deriva che è stato ufficialmente prescritto l’obbligo per le scuole di esonerare gli alunni dai progetti scolastici che non fanno parte delle discipline obbligatorie e per i quali i genitori non esprimono il proprio consenso informato.
In base alla nota ministeriale, inoltre, le scuole dovranno tener contro dei pareri e delle proposte delle associazioni dei genitori nella predisposizione dell’offerta formativa.
La nota inviata agli USR così recita: “La partecipazione a tutte le attività che non rientrano nel curricolo obbligatorio, ivi inclusi gli ampliamenti dell’offerta formativa di cui all’articolo
9 del D.P.R. n. 275 del 1999, è, per sua natura, facoltativa e prevede la richiesta
del consenso dei genitori per gli studenti minorenni, o degli stessi se maggiorenni. In caso di non accettazione, gli studenti possono astenersi dalla frequenza”.
Esulta Articolo 26, associazione nazionale di genitori che da alcuni anni si batteva per ottenere tale risultato, come riferito nel corso di un’intervista La Tecnica della Scuola, che quindi arriva dopo incontri serrati con l’amministrazione.
“Una vittoria storica per i diritti dei genitori italiani, commenta Chiara Iannarelli vicepresidente di Articolo 26 – la nota diffusa dal MIUR con cui dopo quattro anni di segnalazioni e proteste da parte di migliaia di famiglie ed il lavoro incessante di molte associazioni di genitori, che fin nelle ultime settimane si sono interfacciate con Viale Trastevere. Il Ministero – dopo parziali riconoscimenti nel passato – ha finalmente ribadito che la libertà di educazione dei genitori deve essere un diritto involabile anche nel nostro paese”.
“Da oggi, prosegue Iannarelli, in particolare per quei temi più delicati e sensibili, legati alle scelte educative delle famiglie – come affettività, sessualità, educazione “di genere” e molti altri – che in questi ultimi anni hanno messo a rischio il già delicato rapporto scuola- famiglia, i genitori non potranno più veder loro imposti progetti non condivisi, spesso senza alcuna informazione, e che per i loro contenuti sono invece da sottoporre alle scelte educative delle singole famiglie, anche se svolti nel normale orario scolastico”.
Anche Toni Brandi, presidente di Pro Vita si mostra soddisatto: “Un grazie speciale va rivolto al Ministro dell’Istruzione Bussetti, perché ha sottolineato con questa circolare, quindi nero su bianco, la necessità che l’informazione alle famiglie sia d’ora in poi, esaustiva e tempestiva rispetto all’offerta formativa, rispettando quindi l’articolo 26/3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che enuncia che i genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli”.
Dello stesso avviso anche Jacopo Coghe, presidente di Generazione Famiglia “si va avanti, non faremo un passo indietro, pretenderemo l’attuazione di questa circolare, continueremo a presidiare le scuole dei nostri figli contro la colonizzazione ideologica di progetti ispirati alla dittatura gender”.
“Si tratta – ha continuato Coghe – di una grande vittoria dei genitori che sono stati in trincea nelle scuole e di noi associazioni che li abbiamo supportati, accompagnati e rappresentati davanti a tre ministri diversi, dal 2013, passando per i family day, fino ad oggi”.
Infine, saluta positivamente la nota anche il Moige, Movimento Italiano Genitori, che scrive: “Per troppi anni la partecipazione dei genitori alla vita scolastica è stata considerata marginale e superflua. Con questa Nota invertiamo la rotta e, finalmente, i genitori tornano ad essere responsabili e protagonisti dell’educazione e della crescita dei propri figli all’interno delle scuole”.
“Siamo convinti, infatti, che è necessario incentivare la collaborazione tra scuola e famiglia e la corresponsabilità educativa nel rispetto dei ruoli specifici. Siamo lieti che finalmente i genitori vengano coinvolti direttamente ed esplicitamente attraverso il consenso informato, la sottoscrizione del patto educativo di corresponsabilità e la possibilità di esonerare gli alunni dai progetti scolastici che non fanno parte delle discipline obbligatorie e per i quali i genitori non esprimono il proprio consenso informato”, conclude Antonio Affinita, direttore generale del Moige.
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