La storia si ripete: le scuole sono senza soldi per pagare i compensi accessori del personale. Ma non solo: mancano le economie degli scorsi esercizi, non ci sono le somme che dovevano essere utilizzate per pagare impegni derivati da compiti svolti nello scorso anno scolastico non ancora liquidati, anche perché sono stati sottratti ai POS nel mese di dicembre 2018 e non ancora restituiti alle scuole.
L’allarme viene lanciato dalla Flc Cgil, che raccoglie le lamentele degli istituti scolastici impossibilitati ad erogare quanto previsto. In tale scenario da cassa vuota, non ci sono neppure le risorse per liquidare le attività di quest’anno scolastico, magari già terminate, e riconosciute dai contratti di istituto.
“Si tratta di una situazione inaccettabile, tuona il sindacato, che impedisce alle scuole tempi di lavorazione sereni, e nega al personale la possibilità di essere liquidato una volta svolte le attività aggiuntive o le ore in sostituzione di colleghi assenti”.
Uno dei punti saldi di questa vicenda sembra essere l’attribuzione della responsabilità, con un continuo “palleggio” fra Ministero dell’Istruzione e Ministero dell’Economia e Finanza.
“A quale dei Ministeri suddetti risalga la responsabilità di questa situazione è davvero, per il personale e per le scuole, del tutto indifferente: è una responsabilità solidale del governo, prosegue la Flc Cgil, che aggiunge: “quel che interessa è che le scuole ricevano immediatamente i fondi dovuti”.
D’altro canto, l’alternativa è l’ingiunzione: i docenti, come hanno fatto in passato, sarebbero costretti a farsi riconoscere e liquidare i compensi tramite ingiunzione.
All’appello, mancano ancora anche i fondi ex aree a rischio dell’a.s.2017/18, con il risultato che il personale interessato deve attendere 1 anno per ricevere quanto spettante.
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