Il disegno di legge di iniziativa governativa 1577 rischia di trasfromarsi in un caso di difficile soluzione: il provvedimento riguarda la riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche ed è già stato esaminato in sede consultiva dalle diverse commissioni del Senato. Alla ripresa dei lavori a gennaio, il disegno di legge dovrà terminare il passaggio nella Commissione Affari Costituzionali che, a sua volta, dovrà riferire in aula.
Il punto che potrebbe creare qualche problema è contenuto nell’articolo 10, quello dedicato ala dirigenza pubblica. Il fatto è che il disegno di legge prevede l’isituzione del ruolo unico dei dirigenti pubblici dal quale però sarebbero esclusi i dirigenti scolastici.
L’ANP ha già ripetutamente protestato per quella che viene considerata una inaccettabile disparità di trattamento, ma per il momento i parlamentari non sembrano intenzionati a modificare il testo della legge, che peraltro delega a un sueccessivo decreto legislativo la concreta attuazione dei principi enunciati in linea generale.
La Commissione Cultura, che pure avrebbe potuto intervenire sull’argomento, ha espresso parere sostanzialmente favorevole sulle disposizioni relative a istruzione e cultura e quindi a questo punto non resta che aspettare ciò che succederà in aula.
Il problema, come è facile comprendere, non è puramente formale: per i dirigenti scolastici stare nel ruolo unico vorrebbe dire avere diritto al trattamento economico che oggi spetta agli altri dirigenti statali e che è ben superiore a quello di un “preside”.
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