Dalla provincia di Treviso una storia di baby-bullismo che (per ora) ha visto vincitore il buonsenso e la punizione esemplare: 2 bambini di 8 e 10 anni, protagonisti di botte e atti di bullismo nei confronti di alcuni coetanei sullo scuolabus, sono stati espulsi dal trasporto scolastico per 1 mese e costretti a percorrere il tragitto casa-scuola e viceversa a piedi, circa 4 chilometri. Superato tale periodo di punizione, i 2 bulli sono stati riammessi al trasporto con lo scuolabus.
A darne notizia è il Gazzettino.it, che racconta di come sia stato il sindaco di Santa Lucia Di Piave, Riccardo Szumski, ad applicare la sanzione: “fare rispettare le regole è possibile: basta diventare credibili con i fatti“, spiega il sindaco.
Poco dopo l’inizio dell’anno scolastico in Comune sono arrivate le prime segnalazioni di botte nei confronti di alcuni bambini sullo scuolabus ad opera di due alunni di 8 e 10 anni:”Importunavano le bambine e picchiavano i maschi, addirittura la sorella di uno dei due mi ha confidato di aver assistito ad un vero e proprio pestaggio, con un ragazzino preso a calci in faccia”, racconta il primo cittadino, spiegando anche di aver raccolto le testimonianze degli autisti, i cui richiami non sortivano alcun effetto sui baby-spacconi, così come l’intervento dei carabinieri in congedo, che faticavano a contenere gli esagitati.
Così durante l’autunno il sindaco Szumski, dopo aver convocato nel suo ufficio i due bulli accompagnati dai rispettivi genitori e averli rimproverati, la decisione di non far prendere il bus scolastico per 1 mese: “Anche a fronte dell’ammissione di comportamenti inadeguati ho redarguito fermamente entrambi, sottolineando che era necessario tenere un atteggiamento educato, rispettoso degli altri ed assolutamente non aggressivo nei confronti di chiunque. Ho anche detto chiaramente a genitori e figli che, se così non fosse stato, ai bambini non sarebbe più stato permesso di usufruire del trasporto scolastico comunale e sarebbero dovuti andare a scuola a piedi, visto che mi risultava che le famiglie non disponessero di auto. Siccome dopo una decina di giorni ho accertato che gli episodi di bullismo continuavano, ho comunicato con formale lettera alle famiglie, agli autisti e alla scuola la sospensione del servizio per i due responsabili, almeno fino alle vacanze di Natale“.
Di conseguenza, per oltre un mese i due alunni indisciplinati sono andati avanti e indietro a piedi (quattro chilometri al giorno), accompagnati a turno da uno dei genitori, finché a metà gennaio le famiglie hanno chiesto un incontro al sindaco. “Prima di tutto, ricorda Szumski, gli adulti hanno fatto chiedere scusa per i loro comportamenti a me e quindi alla comunità che rappresento. Poi sia i bimbi che i genitori mi hanno chiesto di riammetterli sullo scuolabus, promettendo che l’atteggiamento sarebbe cambiato. Naturalmente ho dato loro l’opportunità di dimostrare che avevano imparato la lezione, pur precisando che in caso contrario li avrei lasciati definitivamente a terra. Da quanto mi risulta in queste settimane la situazione è migliorata: pur rimanendo dei ragazzi esuberanti, non hanno più fatto del male a nessuno“.
Quindi, se si interviene in modo deciso, anche gli studenti più spacconi possono cambiare percorso. Certo, non è detto che i 2 “bulletti” non riprendano in futuro la loro attività o che le regole ferree siano sempre efficaci, ma partire con tali principi può sicuramente spianare la strada verso mutamenti importanti per la società, specie in chiave futura.
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