A fronte di una richiesta di circa 3,7 miliardi di euro, per l’edilizia scolastica nei prossimi tre anni da parte delle Regioni al governo, ci sarebbero disponibili solo 905milioni di euro che verranno erogati tramite mutui trentennali dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei). La programmazione riguarda 6.368 interventi richiesti sulla base delle priorità indicate dagli enti locali, ma alla maggioranza di queste bisognerà rinunciare.
Gli interventi coperti sono dunque solo 1.300 e, come si legge in una nota del ministero «circa il 25% riguarda nuove costruzioni, il rimanente 75% è relativo a manutenzione e ristrutturazione di edifici esistenti». Milioni che copriranno dunque una prima annualità del piano previsto.
Per coprire l’intero fabbisogno mancherebbero dunque all’appello, e da trovare entro i prossimi tre anni poco più di 2,7 miliardi, che a stretto giro potrebbero diventare 2,3 visti i 380milioni di fondi Pon da assegnare a Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia e Puglia, e altri 40 milioni previsti dai piani della protezione civile. Le risorse a disposizione a oggi sono dunque al 30% di quanto richiesto dalle regioni.
Lo Stato cade a pezzi insieme coi soffitti delle scuole dove però giornalmente milioni di studenti si ritrovano per crescere in cultura, sapienza e salute, quando non cedono strutture. Ma manca pure, come puntualizza Wired.it, la famosa e da anni promessa anagrafe per l’edilizia scolastica, che, dopo l’ultimo rinvio da parte del sottosegretario Davide Faraone, era stata ripromessa entro giugno.
Al momento però, secondo quanto risulta a Wired, la presentazione è condizionata dall’iter del disegno di legge sulla cosiddetta “buona scuola” che a questo punto non sembra più tale in ogni impianto del suo iter: nelle strutture (architettoniche) e nei contenuti di gestione (governance).
Le scuole nel frattempo si preparano agli esami di stato e appare lapalissiano che di anagrafe non se ne parlerà fino a settembre.
Intanto la quarta sezione civile di Torino, giudice Anna Castellino, ha condannato l’ex Provincia a risarcire con circa 1,4 milioni di euro i familiari per la morte di Vito Scafidi (di cui oltre 800 mila euro l’ex Provincia li aveva già versati in precedenza), ucciso dal crollo del controsoffitto nella sua aula nel liceo scientifico Darwin di Rivoli: “Una sentenza che farà giurisprudenza”, dicono gli avvocati della famiglia del giovane. Infatti, la sentenza prevede un risarcimento di una volta e mezzo il massimale.
“Insomma – aggiungono gli avvocati -, questa sentenza dice chiaramente che è meglio investire sulla sicurezza”.
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