Nessuna revisione, nessuna unificazione delle forze: il 1° dicembre la Cisl chiederà ai lavoratori di fermarsi e di scendere in piazza per chiedere il rinnovo del contratto, senza però l’apporto degli altri sindacati Confederali. Lo ha confermato, il 26 novembre, la leader della Cisl Annamaria Furlan a Palermo, rispondendo alla domande dei cronisti che le chiedevano se ritrovare l’unità sindacale sia un miraggio.
Senza entrare in polemica, Furlan ha detto che”la Cisl farà il primo dicembre lo sciopero dei lavoratori della scuola, del pubblico impiego, dove da anni non vengono rinnovati i contratti e lo Stato è un datore di lavoro inadempiente. Per lo sviluppo, cambiamenti in economia e interventi per l’occupazione, la Cisl ha indetto tre grandi manifestazioni a Napoli, Firenze e Milano, dove si confronterà per definire con i suoi delegati le proposte dell’organizzazione”.
Nel corso della giornata, intervenendo a ‘Di martedì’ su La7, Furlan ha detto aggiunto che “lo sciopero generale non serve per far ripartire il Paese”. La sindacalista ha ricordato che “il 1 dicembre noi facciamo lo sciopero della scuola e di tutte le categorie pubbliche” perchè “lo Stato da oltre 6 anni non rinnova il contratto a 3 milioni e mezzo di lavoratori”.
Per la scuola, ricordiamo, lo stesso giorno si fermeranno, oltre ovviamente la Cisl Scuola, anche la Gilda degli Insegnanti e lo Snals-Confsal. Il 12 dicembre, invece, tocca a Cgil e Uil.
E a proposito di Cgil, diventa sempre più aspra la polemica a distanza con il premier Renzi. “In una organizzazione come la nostra l’ idea della partecipazione è tra quelle fondamentali. Direi ispiratrici. Sono del tutto fuori strada” quelli che additano la Cgil come mandante dell’astensione politica di domenica scorsa, ha dichiarato il segretario della sindacato, Susanna Camusso, intervistata da Qn.
Camusso definisce “la cosa peggiore detta contro la mia organizzazione” il paragone con la “Lega di Salvini. Noi, che stiamo cercando di ricostruire l’unità e la solidarietà, siamo contro il razzismo, per l’abolizione della Bossi-Fini, siamo per Mare nostrum”. Camusso non chiude però del tutto: “Non siamo un partito o una corrente di partito. Abbiamo delle proposte, continuiamo a discutere. Basta però che si smetta di affrontare il confronto sindacale con le categorie dell’amico-nemico”.
E a proposito di riforma del lavoro e Jobs Act, sempre Camusso ha detto di essere ancora in attesa del confronto col governo: “se non vado errata, il presidente del Consiglio, nell’unico incontro che abbiamo avuto alla sua presenza, lo aveva concluso dicendo che i ministri avrebbero provveduto a discutere con le parti: siamo sempre in attesa di vedere se è un annuncio o se è una cosa che si determina realmente”, ha detto la leader della Cgil riferendosi ai decreti delegati che seguiranno la sua approvazione definitiva.
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