I voti numerici sono così indispensabile per una corretta valutazione formativa? A quanto pare la questione è ancora aperta, soprattutto per dirigenti e docenti che si mettono in discussione, cercando di adottare la scelta più efficace per portare avanti la crescita degli studenti.
Alla luce di una sperimentazione di una scuola secondaria di Roma, dove i docenti nelle proprie classi stanno mettendo in pratica modalità di valutazione in cui non si prevede di usare il voto numerico, ma il giudizio descrittivo, anche all’istituto agrario Cecchi di Pesaro gli studenti non riceveranno voti per i primi due anni, ma solo autovalutazioni.
Precisiamo che nella scuola primaria il voto numerico è già stato abolito più di un anno fa. Nella secondaria (e soprattutto in quella di secondo grado) lo si può fare? A chiarirlo il pedagogista Cristiano Corsini (Roma Tre): “Certo che è possibile e senza violare alcuna norma, al posto dei numeri si possono benissimo usare quei riscontri descrittivi che, al contrario del voto, possono incidere positivamente sullo sviluppo degli apprendimenti”.
Il dirigente scolastico dell’istituto, Riccardo Rossini in un’intervista a Il Resto del Carlino, ha dichiarato: “La riforma dei professionali ci permette di attuare un percorso rivoluzionario il cui primo obiettivo è stroncare la dispersione scolastica. L’idea è di rimodulare le unità didattiche. Intensificheremo le ore di materie pratiche al biennio. La valutazione della scuola sarà alla fine dei primi due anni: se lo studente non raggiunge gli obiettivi formativi può sanare a settembre o ripetere. Oppure, avendo superato i 16 anni, non essendo più in obbligo formativo, va a lavorare avendo imparato, il più possibile, un mestiere”.
Sulla questione della valutazione è intervenuta anche la nostra testata giornalistica che con un sondaggio ha chiesto ai protagonisti del mondo della scuola il loro parare.
Il mondo della scuola è favorevole o contrario al giudizio descrittivo al posto del voto numerico alla secondaria? Come spesso accade nell’ambito dell’Istruzione, anche questo argomento si rivela divisivo, perché in base ad nostro sondaggio (al quale hanno risposto mille lettori) due docenti su tre si dicono contrari, mentre otto studenti, al contrario, si esprimono in modo favorevole.
Il nostro esperto di didattica e di valutazione, Giovanni Morello, ci ha offerto suggerimenti utili per un modello valutativo attento valorizzare l’alunno più che a mortificarlo, perché anche la valutazione sia uno strumento di motivazione allo studio. Ne abbiamo discusso in occasione di Didacta Sicilia, presso il nostro stand. Hashtag della seconda giornata, venerdì 21 ottobre, #pedagogia.
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