Ha fatto molto discutere la proposta portarla avanti da Philipp Achammer, assessore provinciale alla scuola in lingua tedesca in Alto Adige, che si è scagliato contro la pratica di assegnare voti bassi agli studenti in pagella. L’assessore ha detto che questa pratica tradizionale, che rispecchia fedelmente l’andamento degli esiti delle prove di verifica svolte dagli alunni, non ha “alcun valore educativo e pedagogico”.
La proposta fa discutere e ha spinto anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a dire la sua: “attenzione a non far crescere nell’ovatta i nostri ragazzi. Se non li abituiamo ad affrontare le frustrazioni che nella vita saranno tante facciamo il loro male”, ha sottolineato il Ministro.
Sulla questione abbiamo intervistato Cristiano Corsini, pedagogista all’Università di Roma Tre.
“Ovviamente – esordisce – assegnare un voto sulla scheda è un compito che spetta ai docenti, non agli amministratori o ad altre figure che in aula non mettono piede. Sono i docenti ad assumersene la responsabilità e se stabiliscono che il percorso di apprendimento di un ragazzo sia sintetizzabile con un 3 non vedo perché il parere di un amministratore, di un politico, di uno psicologo, di un pedagogista o di gente che neanche conosce loro o il ragazzo debba incidere sulla loro decisione”.
“A me pare poco intelligente continuare a schiacciare la valutazione sul voto – spiega Corsini – il problema non è il 3, il problema semmai sarà per il ragazzo o la famiglia comprendere quali considerazioni abbiano portato i docenti a mettere quel 3, ma anche un 6 o un 10. Il voto, come noto, va inserito sulle schede di fine periodo e al termine dell’anno. È la sintesi finale che rimanda a una serie di valutazioni svolte in itinere”.
La Tecnica della Scuola chiede ai suoi lettori il parere sulla vicenda.
Nel sondaggio troverai le seguenti domande:
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Niente voti sotto il quattro, sei d’accordo con la proposta di Philipp Achammer?
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