Circa 25mila cittadini italiani, gli universitari coinvolti in progetti Erasmus, non potranno votare alle prossime elezioni politiche: non figurano, infatti, nell’elenco dei cittadini italiani residenti all’estero ammessi al voto. La segnalazione alla luce di una serie di denunce ricevute da tante studentesse e studenti auspicando che si tratti solo di un errore compiuto dal governo. L’articolo 2 del dl 223/12, convertito con modificazioni dalla legge 31 dicembre 2012 n. 232, approvato in seguito alle dimissioni del presidente del Consiglio e dello scioglimento delle Camere, ha convocato le elezioni politiche per il 24 e 25 febbraio, chiarendo all’articolo 2 – spiega l’associazione studentesca – quali categorie di cittadini italiani residenti all’estero avranno la possibilità di votare tramite corrispondenza.
Sono compresi personale delle forze armate, agenti di polizia e addirittura professori e ricercatori universitari, non vi è però traccia di una delle comunità italiane più consistenti attualmente presenti all’estero, quella degli studenti universitari in Erasmus. “E’ davvero inaccettabile – commenta Luca Spadon, portavoce nazionale di Link-coordinamento universitario – che 25mila ragazze e ragazzi non potranno avere accesso a un diritto civile minimo per una scellerata dimenticanza del governo. Il voto dall’estero è stata una grande conquista per il nostro Paese e migliaia di studenti universitari sono attualmente posti dinanzi al ricatto di dover spendere centinaia di euro per rientrare nel nostro Paese, in quanto per questi studenti non sono previste agevolazioni sui trasporti per il voto come previsto per i loro coetanei che studiano in Italia, o rinunciare tristemente a questo importantissimo diritto”.
In molti programmi elettorali relativi all’università è presente il tema dell’internazionalizzazione e del finanziamento al progetto Erasmus, ma stando a quanto appreso in queste ore porre in essere questa straordinaria esperienza determinerebbe la trasformazione di tanti studenti in cittadini di Serie B, privi di uno dei diritti fondamentali della Repubblica, costituzionalmente garantito. “In un momento così importante per le sorti del nostro Paese – prosegue Luca Spadon – lanciamo un appello al Parlamento, al Presidente della Repubblica e a tutte le forze politiche affinché sia immediatamente corretto questo errore e possa essere garantito con una legge ordinaria a 25mila studentesse e studenti l’esercizio del diritto di voto in occasione delle prossime elezioni politiche nazionali, o in estrema alternativa rimborsi di natura economica sui costi del biglietto per tutti gli universitari che vorranno tornare in Italia a votare, come previsto per gli studenti fuorisede in Italia. Riteniamo – conclude Spadon – che sia una questione di civiltà che non potrà essere in nessun modo ignorata”. (Tg1)
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