Lo rende noto un comunicato di Palazzo Chigi, nel quale si legge che il Governo "ha valutato approfonditamente, grazie alle relazioni dei Ministri dell’interno e degli affari esteri, la possibilità di consentire agli studenti Erasmus la partecipazione al voto dall’estero per le prossime elezioni politiche, come auspicato in precedenza".
Nella nota governativa si sottolinea che "la discussione ha posto in evidenza delle difficoltà insuperabili: anzitutto di tempo e di praticabilità e, soprattutto, di costituzionalità nel selezionare unicamente gli studenti Erasmus (escludendo tutti gli altri soggetti che si trovano all’estero per ragioni di studio, ma senza una borsa Erasmus) come nuova categoria di elettori temporanei". Pertanto, "la discrezionalità di scelta che eserciterebbe il Consiglio con questa decisione contrasta con i principi di partecipazione democratica, eguaglianza ed effettività del diritto di voto previsti dalla Costituzione".
Il Consiglio dei ministri ha quindi "auspicato che la prossima riforma elettorale tenga in debita considerazione le esigenze dei giovani temporaneamente all’estero per ragioni di studio e di lavoro".
Una breve ma “intensa” telenovela, con colpi di scena a ripetizione (appelli, soluzioni prospettate, smentite), ma senza lieto fine, nonostante la presa di posizione della commissaria europea all’istruzione e cultura, Androulla Vassiliou, che aveva evidenziato come “gli studenti all’estero non dovrebbero essere svantaggiati”, ponendo il problema di non “disincentivare” la mobilità.
Evidentemente, quando si vuole si può anche dire “no” all’Europa che “ce lo chiede” (per tanti tagli e sacrifici del recente passato, invece, il “paravento” dell’Europa che “ce lo chiede” funzionava benissimo).
Si era anche ventilata l’ipotesi del voto per corrispondenza, allargando agli studenti Erasmus le categorie degli italiani temporaneamente residenti all’estero che possono accedere a questa modalità secondo quanto previsto da un decreto del 31 dicembre scorso. Ma aveva interpretato bene la situazione il ministro Cancellieri nel confermare (una volta che alcune associazioni studentesche avevano sollevato il problema, che coinvolge circa 25mila giovani cittadini), l’impossibilità per i ragazzi di votare nelle loro città di “residenza” temporanea universitaria, mentre evidentemente tardivo è stato l’intervento di Mario Monti, che qualche giorno fa aveva invitato il ministro dell’interno e quello degli affari esteri “’a fare tutto quanto è possibile per consentire il voto”’ agli studenti Erasmus: non sappiamo se e quale sarà il ruolo di Monti nel futuro Governo, ma in quallo attuale il premier sembra aver perso il suo “appeal”.
Immediate le proteste di associazioni studentesche universitarie. Intanto, sembra che l’Alitalia abbia predisposto tariffe agevolate riservate agli studenti Erasmus per favorire il rientro in Italia dei giovani ai fini dell’esercizio del diritto di voto E nei giorni scorsi era stata avanzata l’ipotesi che il Governo avrebbe potuto decidere un rimborso di parte delle spese del viaggio.