Ci sono anche due studenti ed un insegnante, tutti e tre tedeschi, nella strage di Nizza del 14 luglio compiuta dall’Isis.
Apparterrebbero alla Paola-Fuerst Schule, una scuola di Charlottenburg, a ovest di Berlino, anche se non vi sono ancora le conferme ufficiali da parte del ministero degli Esteri.
“Siamo sotto choc”, ha detto il presidente del quartiere ‘bene’ di Berlino Reinhard Naumann, che parla di due studenti e di una professoressa morti.
“Un altro studente, poi, qualcuno dice davanti alla scuola, sarebbe ferito e ricoverato in ospedale a Nizza”, scrive l’Ansa.
“Nella scuola, un edificio abbastanza grande in mattoni rossi a pochi passi dalla stazione della S-Bahn, non lontano da Kurfursterdamm, il famoso viale dello shopping nel cuore dell’ovest della capitale tedesca, già da stamattina sono state sospese le lezioni. Al piano terra è stata allestita una sala per il lutto che è off limits per i cronisti che sono arrivati sul posto”.
“Un pastore protestante ed uno psicologo parlano con docenti e alunni di questo istituto scolastico i cui studenti erano a fare una gita scolastica a Nizza, così come quelli di altre cinque scuole berlinesi. Davanti al cancello ci sono dei fiori deposti per terra e delle candele accese: una scena simile a quella che si vede, a qualche chilometro di distanza, a Parisier Platz, la piazza su cui si affacciano la Porta di Brandeburgo ed il modernissimo edificio che ospita l’ambasciata francese, da cui il tricolore sventola a mezz’asta”.
Intanto, dall’Italia il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha descritto l’eccidio islamico di Nizza “un’altra giornata di dolore. Ai giovani che studiano in Europa dobbiamo rispondere che questi terribili atti che colpiscono la cultura e la società occidentale non devono portare a cambiare le nostre abitudini”.
Parlando margine di un convegno che si è tenuto alla Spezia, Giannini ha tenuto a dire che “il nostro modello culturale e sociale ha portato un incredibile sviluppo all’umanità. Non possiamo rispondere a questi attacchi con la paura, ma con la cultura, l’istruzione, con il non rinunciare alle nostre abitudini”.
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