Ennesima bordata del maestro e giornalista Alex Corlazzoli nei confronti di alcuni docenti, di coloro che, detta sua, non sanno fare il loro mestiere. L’insegnante, nel suo consueto spazio su IlFattoQuotidiano.it, ha commentato la decisione della rettrice delle scuole Malpighi di Bologna, Elena Ugolini, di vietare l’uso dei cellulari in classe e durante l’intervallo a studenti e docenti che ha fatto così tanto scalpore negli ultimi giorni.
Secondo Corlazzoli non si tratta di una buona idea, anzi: è un divieto che lascia il tempo che trova, che lo ha spinto a chiamare la decisione della preside “la più riuscita operazione di marketing fatta negli ultimi anni da una dirigente”.
Il maestro percepisce negativamente il concetto stesso di divieto: “L’idea che lo strumento del cellulare è da espellere dalle classi è non solo retrograda, antica, anacronistica ma persino deleteria perché la scuola ha il compito di formare coscienze, di elevare le menti alla maturità, di ‘educare’, non di obbligare, proibire. Il ‘proibizionismo’ del cellulare non è per nulla educativo”, ha detto.
Ecco su cosa, secondo Corlazzoli, si dovrebbe puntare: “Il problema, semmai, è un altro: perché i ragazzi in classe usano il cellulare al posto di farsi appassionare alla lezione di storia, di filosofia o di fisica? Perché c’è chi non sa insegnare. Per insegnare (in qualsiasi ordine e grado) non serve conoscere la materia ma amarla e saperla trasmettere con la parola, gli occhi, il corpo e il cuore”. Insomma, dovrebbero essere gli insegnanti stessi a non fare venire agli alunni la voglia di scrollare sul proprio smartphone?
Corlazzoli ha poi contestato due elementi in particolare, primo fra tutti il fatto che la decisione sia stata presa senza consultare i ragazzi: “La scelta della preside non è stata condivisa con i ragazzi ma è stata un’imposizione calata dall’alto. Complimenti: alla faccia della partecipazione dei ragazzi alla comunità scolastica”.
In secondo luogo è stata criticata l’estensione del divieto anche ai docenti. Lui, come ha spiegato, il telefono durante le lezioni, per fini didattici, lo usa eccome: “I fan della decisione della Ugolini devono sapere che, ad esempio, io la prima settimana di lezione (non so ancora la seconda) non avendo il wifi a scuola ho usato il mio cellulare come hot spot personale, altrimenti altro che didattica digitale con la lim! Gli appassionati della scuola Ottocentesca devono sapere che spesso, quando faccio lezione in giardino o in strada, quando un bambino mi chiede un’informazione che non so o quando devo mostrare un video di Ligabue (il pittore) o far ascoltare Fabrizio De André davanti al monumento dei caduti, uso il cellulare. Eccome se lo uso”, ha concluso Corlazzoli.
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