Una nomina, sibila Il Fatto, quella di Rosa De Pasquale, che coinvolge non una persona qualsiasi (il riferimento è alla vigilessa fiorentina promossa al ministero), ma addirittura un’ex parlamentare che, non essendo stata rieletta alle ultime elezioni , è stata nominata con apposito decreto del presidente del Consiglio dei ministri, a dirigente generale dell’Ufficio scolastico regionale della Toscana.
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Nomina però che la Sezione centrale di controllo di legittimità sugli atti del governo e delle amministrazioni pubbliche ha respinto.
E nonostante il Miur abbia fatto appello, cercando di dimostrare la sua “comprovata qualificazione professionale, evidenziando approfondite conoscenze della legislazione in materia di istruzione”, la nomina è stata ugualmente respinta. E sono valse anche a poco, scrive sempre il Fatto, le altre tantissime buone ragioni addotte a suo favore: tutto inutile.
“La pur nutrita serie di argomentazioni articolate dal Miur”, spiegano i giudici, “non dà evidenza di quell’elemento di aggiuntività rispetto alle funzioni istituzionali e/o ordinarie” richiesto “quale presupposto per l’attribuzione dell’incarico dirigenziale a soggetto esterno ai relativi ruoli”. Possibilità che, sottolineano i magistrati contabili, la legge consente “solo nell’ipotesi in cui tale qualificazione non sia rinvenibile nell’ambito del personale dirigenziale dell’amministrazione” anche per “ragioni di contenimento della spesa pubblica”.