Non è un’esclusiva italiana, né francese, solo per citare l’esempio di due Paesi in cui il tema è comune e ricorrente. Dall’altra parte del pianeta se ne parla pure, eccome: nelle Filippine, sui compiti a casa è stato addirittura interpellato il Parlamento, chiamato a legiferare sulla questione.
Come, infatti, riportato dal quotidiano filippino Daily Inquirer, un partito della Camera bassa del Congresso ha presentato un progetto di legge per proibire l’assegnazione di compiti a casa nei fine settimana a tutti gli alunni delle scuole elementari. Secondo il presentatore del progetto, il sovraccarico di compiti nei giorni di – presunto – riposo, non stimolerebbe la mente dei bambini ma, al contrario, la inibirebbe, smorzando il loro naturale entusiasmo. Non contando il fatto che anche i genitori, che spesso aiutano o addirittura completano i compiti dei propri figli, subiscono ad ogni week-end quella che viene considerata alla stregua di una punizione.
Il partito filippino Tutok to win ne è convinto: il fine settimana dev’essere finalizzato al riposo e al recupero delle energie, dato che la settimana dei bambini è abbastanza pesante: dal lunedì al venerdì, prima campanella alle ore 8, ultima alle 16.
Il Daily Inquirer, del resto, ricorda che già nel 2010 una circolare ministeriale consigliava agli insegnanti di attribuire una quantità ragionevole di compiti a casa anche durante la settimana.
Considerato che, finora, gli insegnanti non hanno accettato il consiglio, per il partito Tutok to win non resterebbe, dunque, che “abrogare” per legge i compiti del week-end.
“Non è così – continua il deputato presentatore del progetto al Congresso – che si possono risolvere i problemi di un sistema scolastico in crisi: le ultime indagini Ocse-Pisa sulle competenze di lettura piazzano i quindicenni filippini all’ultimo posto della graduatoria internazionale, negli ultimi posti anche in matematica e scienze”. E, rincarando la dose, fa riferimento agli ultimi studi sul Quoziente Intellettivo dei popoli del mondo, secondo cui le Filippine si piazzano nella parte bassa della classifica, cinquantaduesimo posto su ottantadue paesi presi in esame.
“Altro che compiti a casa, conclude il portavoce del partito Tutok to win, c’è un intero sistema da ristrutturare”.
A proposito… nella classifica dei Paesi più “intelligenti” del mondo, l’Italia è settima, prima tra i paesi europei, con un QI di 102 punti, contro i 107 del primo classificato, Hong Kong. Via, niente male, abituati come siamo a sottovalutarci… Facciamolo sapere un po’ in giro!
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