Chi va a prendere i bimbi a scuola deve essere riconoscibile e dunque niente niqab. Alcuni parlamentari leghisti chiedono così di vietare il volto coperto alle mamme che si presentano all’uscita di scuola e, citando una sentenza della Cassazione, hanno scritto al ministro Marco Bussetti, all’Usp e al prefetto sollecitando «una circolare» rivolta «a tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado della provincia comunicando che, per motivi di sicurezza e tutela degli alunni, nonché per autotutela del personale scolastico, è obbligatorio rendersi identificabili non coprendosi il viso al momento del ritiro del minore al termine delle lezioni scolastiche».
La proposta dei parlamentari leghisti va di pari passo con il disegno di legge appena depositato che prevede multe per le donne con il niqab in luoghi pubblici e carcere per chi le costringe a indossare il velo.
Nella relazione allegata, viene spiegato che «il divieto esplicito a indossare in luogo pubblico indumenti atti a celare il volto» non è solo una questione di sicurezza, ma «come nel caso del burqa e del niqab» si oppone ad «atteggiamenti considerati inconciliabili con i principi fondamentali della Costituzione, primo fra tutti il rispetto della dignità della donna».
Perciò, «se il fatto è di lieve entità e non risulta commesso in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico, si applica la pena dell’ammenda da mille a 2.000 euro». Chi invece costringe una donna a portare il velo «è punito con la reclusione da uno a due anni e con la multa da euro 10.000 a euro 30.000», pena «aumentata della metà» se l’obbligo riguarda un minore.
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