No alla divisione della classe! Sono d’accordo, ma…

In quest’ultimo periodo sono aumentati gli articoli  sulla inammissibilità della divisione della classe, priva del titolare (il primo giorno .
Per inciso il fenomeno ha generato la peggiore aberrazione organizzativa dopo le classi pollaio e che personalmente ho definito superpollaio.

Quasi tutti gli interventi mettono in evidenza l’attacco a due diritti costituzionali, relativi alla sicurezza e all’istruzione. Concordo con questa tesi, Ma esiste un però, che li rende incompleti. Non si fa cenno, infatti, alla legge di Stabilità di Renzi (2015) che impedisce ai Dirigenti scolastici di nominare un sostituto  il primo giorno di assenza del titolare. Da qui la   generazione delle classi superpollaio. La norma conferma il dominio dell’economico  (risparmi, contenimento della  spesa pubblica…) sui suddetti diritti costituzionali, ponendo le condizioni per un depotenziamento di ogni progetto di inclusione e quindi per la “morte della scuola” intesa come agenzia di formazione. Il disposto conferma anche lo smarrimento della prospettiva, del futuro da parte della nostra classe politica.

Non nutro molte speranze sull’intenzione del governo attuale, ritenuto da molti osservatori una fotocopia di quello precedente,  di rivedere la norma che ha legittimato le classi superpollaio.

Pregiudizio? No, mi baso su dei fatti che confermano quanto gli ultimi governi, compreso quello attuale siano poco attenti all’osservanza  delle sentenze della magistratura ordinaria e della Corte Costituzionale. Mi riferisco alle tre sentenze rispettivamente dei T.A.R del Molise, della Campania, della Toscana che hanno dichiarato in diverso modo modo incostituzionale le classi pollaio e indirettamente anche quelle superpollaio. L’ultimo esempio è la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il protrarsi del blocco contrattuale (24 giugno 2015). Da quel pronunciamento sono passati quasi due anni e ancora siamo in regime di blocco contrattuale.

Questo è il quadro sconsolante. Chiedo: quale idea di Paese abbiamo se la norma una sentenza  sono  disattese?

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