Sono un’insegnante presso la Scuola Secondaria di I grado, scrivo in merito alle nuove norme relative al Green pass e le vaccinazioni per la Scuola.
Penso che in uno Stato democratico non si possa e non si debba costringere nessuno ad una vaccinazione obbligatoria fatta con sieri sperimentali, perché non mi sento nemmeno di chiamarli vaccini, e che, in caso di obbligo, non si debba far firmare alcun carico di responsabilità da parte del vaccinato.
Le responsabilità e gli eventuali effetti collaterali devono essere assunte solo ed esclusivamente dall’Ente che obbliga al vaccino.
Non voglio essere obbligata ad inocularmi una sostanza che non conosco, che può procurarmi effetti collaterali anche pesanti a breve o lungo termine.
TG e giornali non parlano quasi mai degli effetti collaterali da vaccino, puntano il dito solo su chi non vuole vaccinarsi. Riportano solo dati per incutere terrore ma non parlano di chi è guarito dal Covid19 come se si trattasse di una semplice influenza.
Perché i media non riportano la notizia di innumerevoli medici e sanitari contrari a questo vaccino in quanto pericoloso.
Le campagne di vaccinazione dovrebbero essere più precise e riportare tutti i dati necessari dovrebbe essere chiaro che cosa c’è nel “vaccino” quali sono i principi, nessuno lo sa con precisione.
Personalmente ho paura ad inocularmi una sostanza che non conosco, inoltre come insegnante tengo la mascherina e le distanze dai miei alunni, non sono pericolosa e non ho paura d’infettarmi.
Ritengo assurdo obbligare i docenti ad un siero pericoloso ed anche vergognoso che si strumentalizzi questa situazione dicendo che se si tornerà in DAD a settembre la colpa sarà dei docenti non vaccinati. Creando una guerra tra chi è vaccinato e chi no.
Non sono no vax ho sempre fatto i vaccini obbligatori ma questo non è un vaccino è una sperimentazione.
Dico no, ad un siero pericoloso per la mia salute, sono tantissimi i docenti contrari. No anche ad un passaporto che va contro la Costituzione italiana e la libertà di circolazione degli esseri umani su un territorio democratico che si chiama Italia.
Lorena Olivieri
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