Il coordinamento nazionale del FLNA esprime la propria solidarietà ai lavoratori della scuola (insegnanti e personale ata) e agli studenti, che subiscono sulla loro pelle, in modo drammatico, i tagli inferti in questi decenni all’istruzione pubblica. Checché ne dica la ministra Azzolina, la scuola e le attività ad essa connesse sono state (e ancora sono) uno dei principali luoghi di contagio: classi pollaio, trasporti insufficienti, spazi inadeguati sono l’effetto di anni di tagli indiscriminati al settore educativo e di privatizzazioni. Le scuole a settembre hanno riaperto esattamente come hanno chiuso in primavera: senza cambiamenti strutturali e con un numero di assunzioni inadeguato.
In questi giorni è emerso che la ministra Azzolina e il Comitato tecnico scientifico hanno intenzionalmente occultato i dati del contagio nelle scuole: i dati ufficiali (tra l’altro al ribasso!) dimostrano che sono decine di migliaia gli studenti e i lavoratori contagiati da metà settembre a fine ottobre negli istituti scolastici.
Nelle scuole superiori, il ritorno alla didattica a distanza non è stato associato ad alcun serio investimento: il ministero non si è nemmeno preoccupato di fare un’indagine sulle condizioni di vita e di studio degli studenti nelle loro abitazioni, così come non si è preoccupato, sempre in un’ottica di risparmio, di garantire a tutti dispositivi informatici e collegamento internet.
Le ultime notizie sono ulteriormente inquietanti: tutte le scuole da gennaio torneranno alla didattica in presenza, senza – ancora una volta – alcun serio investimento strutturale (né negli spazi né nei trasporti: i banchi a rotelle non servono a nulla!). Considerato che l’Italia è uno dei Paesi attualmente più colpiti dalla pandemia, l’apertura delle scuole è un disastro annunciato. Non bastasse, le direzioni dei sindacati “maggiormente rappresentativi” hanno firmato un accordo che limita ulteriormente il diritto di sciopero (già ridotto all’osso dalla legge 146/90).
Tra le tante nefandezze di cui si è reso responsabile questo governo c’è anche un vergognoso attacco ai docenti neoimmessi in ruolo: da quest’anno gli insegnanti che verranno assunti a tempo indeterminato non potranno chiedere per ben 5 anni il trasferimento in altre scuole, nemmeno per motivi familiari. Se consideriamo che le assunzioni avvengono su base regionale, che l’età media degli assunti è piuttosto alta, che la maggioranza delle insegnanti sono donne di famiglie povere questo significa di fatto rendere impossibile la vita di migliaia di docenti che vengono assunti in province molto lontane da casa.
No alle scuole aperte in queste condizioni! Seri investimenti nella didattica a distanza, affinché nessuno studente resti privato del diritto di studiare e apprendere! Tutela delle categorie più deboli (lavoratori fragili, student* donne, immigrat* e lgbt)! Difesa ed estensione del diritto di sciopero!
Fronte di lotta No austerity
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