Una «follia!» anche se ”le immagini potranno essere visionate solo dal pubblico ministero e, su sua delega, dalla polizia giudiziaria, nell’ambito di indagini su reati in danno dei minori o delle persone ospitate nelle strutture ed è vero anche che la legge prevede che il Governo adotti entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge un decreto legislativo per fare una valutazione attitudinale nell’accesso alla professioni educative e di cura, nonché di formazione iniziale e permanente del personale delle strutture». E tuttavia la «follia» resta, anzi, Novara parla di «terrorismo» e spiega che è «inquietante la logica che sta sotto questa incredibile iniziativa politica, dove le forze di Polizia si sostituiscono all’educazione e dove la paura si sostituisce alla formazione professionale degli insegnanti».
Così il Daniele Novara, pedagogista e fondatore e direttore del CCP-Centro PsicoPedagogic per la gestione e l’educazione dei conflitti di fronte alla eventualità di istallare telecamere nei nidi e nelle scuole materne.
Non c’è niente di rassicurante, dice l’esperto a Vita.it, in questo, proprio niente. Se un luogo pubblico è pieno di telecamere significa che quello è un luogo pericoloso, dove può succedere qualcosa. Ecco, la scuola cessa di essere un luogo educativo, da oggi la scuola è un luogo pericoloso. Qquesta è l’anticamera di un regime poliziesco che vuole controllare i cittadini fin dalla nascita con l’alibi – perché sia chiaro, questo è solo un alibi – che forse, eventualmente, potrebbero subire dei reati.
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Gli psicopatici ci sono. Bisogna evitare che le persone che non sono in grado di fare questi mestieri li facciano. I maltrattamenti sui bambini si evitano a monte, selezionando le persone giuste da mandare in classe, non con le telecamere: così creiamo solo terrorismo.
La telecamera non dà qualità educativa. I bambini sono sicurissimi se hanno buona scuola, se hanno educatori preparati e selezionati bene, non se hanno decine di telecamere dentro la scuola. L’educazione è basata su un patto fiduciario, tutti noi affidiamo i nostri figli agli educatori e non c’è telecamere che può sopperire a un patto fiduciario incrinato.
I casi di vessazione,- continua il pedagogista-, sui bambini si prevengono con un’adeguata e rigorosa selezione del personale e una continua e sistematica formazione degli insegnanti stessi, per aggiornare e migliorare le loro competenze professionali, non c’è un’altra strada. La seconda cosa è che già oggi pomeriggio scriverò una petizione per fermare questa legge, firmatela. Insomma, per i vostri figli chiedete una buon educazione, una scuola di qualità, non delle telecamere.
Questa legge, se approvata, produrrà un business enorme che peserà sulle già scarsissime risorse pubbliche a favore dell’educazione dei più piccoli, questo è un primo tema. Il secondo è che finiranno per accettare situazioni allucinanti perché “tanto ci sono le telecamere”. Ci tranquillizzeremo tutti, non chiederemo più nulla, non ci informeremo più, perché tanto ci pensano già le telecamere. Sul piano della qualità educativa le telecamere diventeranno un alibi per non fare nulla. Mi dica lei cosa c’è da festeggiare.
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