Niente smartphone e tablet quando si fanno i compiti: è la regola base, secondo i pediatri, che i genitori devono imporre per fare andare bene i loro figli a scuola ed evitare il rischio che l’utilizzo dei media device si trasformi in una vera e propria dipendenza.
E la proibizione deve riguardare anche altri momenti, come quando la famiglia è riunita a tavola oppure prima di andare a dormire.
E in Italia, secondo dati Istat riferiti al 2018 , ben l’85% degli adolescenti tra 11 e 17 anni usa quotidianamente il telefonino, il 72% naviga su internet tutti i giorni, percentuale che solo 4 anni fa era del 56%.
Le più frequenti utilizzatrici sono le ragazze (l’87,5% usa il telefono tutti i giorni). Circa il 60% dei ragazzi controlla lo smartphone come prima cosa appena sveglio e come ultima cosa prima di addormentarsi, Il 63% (tra 14 e 19 anni) lo usa anche a scuola durante le lezioni e il 50% dichiara di trascorrere dalle 3 alle 6 ore extrascolastiche al giorno con lo smartphone in mano.
Ma stando a dei dati internazionali forniti dall’Ansa, il fenomeno non è tipicamente italiano: in paesi come la Corea – dove la dipendenza da smartphone è riconosciuta come patologia – addirittura l’8,4 degli adolescenti è dipendente.
Recenti studi scientifici condotti in tutti il mondo sono stati esaminati dalla Società Italiana di Pediatria in un Position Statement in occasione del 75esimo congresso di Pediatria che si è aperto il 29 maggio a Bologna.
In media, i giovani perdono fino a sei ore e mezza di sonno a settimana, c’è una disattenzione e un aumento del 5% (secondo dati Usa) degli incidenti causati dallo smartphone, rischio di forte distrazione nello studio e in generale di dipendenza triplicato nelle ragazze rispetto ai coetanei maschi.
“Servono dialogo e regole chiare – ha detto il presidente della Società Italiana di Pediatria Alberto Villani -. Raccomandiamo ai genitori di mantenere sempre una comunicazione efficace con i propri figli, perché una buona relazione contribuisce a favorire un corretto uso delle tecnologie digitali. Ma è indispensabile anche stabilire regole e limiti chiari nell’utilizzo dei media device”.
“Ma le regole – racccomanda Elena Bozzola, Segretaria Nazionale Sip – valgono prima di tutto per i genitori, i quali dovrebbero dare il buon esempio. Genitori e pediatri dovrebbero inoltre fare attenzione ad alcuni campanelli d’allarme tra i quali frequenti mal di schiena, mal di testa, modifiche nei ritmi del sonno, bruciore e lacrimazione degli occhi, mancanza di interessi e incapacità di staccarsi dallo smartphone”.
Ma dall’elaborazione di studi coreani arrivano anche dei criteri specifici per capire se i ragazzi hanno un rischio di dipendenza da smartphone. Utilizzano in maniera errata il telefonino se presentano tre o più dei seguenti sintomi: difficoltà a resistere all’impulso di utilizzare lo smartphone, irritabilità e ansia durante un periodo di astinenza dal dispositivo, incapacità di staccarsi e un uso eccessivo e prolungato nonostante problemi legati all’iperconnessione. Chi riscontra questi “sintomi” nei figli, è bene che corra al più presto ai ripari.
Il passo successivo, ma forse in molti casi già presente, è quello di compromettere le relazioni sociali e i risultati scolastici.
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