Sento ripetere il ridicolo slogan del “dein”, del bisogna tornare a scuola costi quel che costi. Sento blaterare di socializzazione mancata, di anni perduti, di proposte – mi rotolo dal ridere – di allungare l’anno scolastico a luglio e agosto. Sento la povera Azzolina – animula rimasta in uno Sheol separato dalla vita – che ancora alza la bandiera del “perché l’aperitivo sì e perché la scuola no.” Ma diamine! Perché i ragazzi di mattina fan scuola. E di pomeriggio studiano. E passeggiano tra le 18.00 e le 20.00. Non sempre, non a lungo. E all’aperto. Chissà poi perché richiamare questa edonistica, frusta immagine dell’aperitivo… Via: i ragazzi escono a fare due passi. Giacché – e ci mancherebbe – son chiuse anche le palestre e diversamente NON POTREBBE ESSERE.
Ora: Io credo che l’errore di fondo sia stato il creare l’alternativa tra lezione in presenza e DAD. Questa alternativa non c’è; è solo una forzatura paralogica, che ha finora prodotto – e non poteva essere diversamente – precipitose macchine indietro e chiusure delle scuole sine die. E così capiterà tra qualche settimana. Vedrete.
L’ALTERNATIVA VERA ERA TRA DAD E IL NULLA. Come durante la guerra, il colera napoletano; come avviene dopo un terremoto. Una classe di 25 ragazzi è IN SÉ un potentissimo vettore di contagio. Non è questione di banchi, trasporti e finestre da aprire. L’aerosol al Covid gira, circola, colpisce i ragazzi, che si ammalano poco ma spargono il contagio a casa tra genitori e nonni; colpisce i professori, che sarebbero chiamati, come medici ma senza tuta protettiva, a vivere immersi nella nuvola del virus. E che Dio gliela mandi buona.
Ecco: Io, oggi, non manderei mio figlio a scuola neppure sotto imposizione dell’autorità giudiziaria. Per proteggere lui, me e – chissà – anche mia madre che ha 88 anni. Credo di averne il diritto
La soluzione del 50 % in classe e 50% a casa al PC non funziona. Non può funzionare, è grottesca. La cosiddetta “didattica mista” – lo capisce chiunque abbia fatto DAVVERO lezione. E dunque NON la signora Azzolina – è un assurdo didattico, perché obbliga all’assunzione contemporanea di due stili comunicativi: uno per chi è in aula e uno per chi è a casa. L’ho provata e si finisce col parlare solo a chi è in classe. FATALMENTE.
E DUNQUE: vaccinate i ragazzi da 15 anni in su. Vaccinate noi docenti. Dotate le aule di sanificatori dell’aria. Costano poco. Son congegni che si attaccano a una presa: si preme un bottone e vanno che è un piacere. Altro che banchi a rotelle o finestre aperte in pieno inverno.
E invece si fa accademia, propaganda politica. E si ripetono errori che han già dato i loro pessimi frutti.
Ma niente. E’ la costellazione di noi italiani: protestare per il gusto di farlo. “A prescindere” dice Totò. Se infatti tutte le scuole fossero rimaste sempre aperte “costasse quel che costasse”, i genitori “no Covid” avrebbero invaso le strade. Le scuole invece son nella sostanza chiuse, in Italia e ora anche in gran parte d’Europa – perché non possono non esserlo, almeno le superiori – e quattro imbecilli che i giornali presentano come la maggioranza, berciano di riaperture comunque e dovunque. La salute? Al diavolo la salute!
E i baluba applaudono.
Biagio Buonomo – Professore di Lettere Moderne Classiche nei Licei – Napoli
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