No dei precari storici al patto generazionale chiesto da Profumo: è una vita che siamo in coda!
Era inevitabile: le dichiarazioni rilasciate alcuni giorni fa dal ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, a proposito della possibilità di assumere in estate 10mila precari (pari a meno della metà del turn over, visto che i pensionamenti saranno pari ad oltre 27mila dipendenti!) e soprattutto di creare “un patto tra generazioni” perchè “i giovani non possono andare sempre in coda”, hanno provocato la reazione piccata dei precari storici. Stiamo parlando di decine di migliaia di supplenti, quasi sempre pluriabilitati e con una lunga serie di titoli (master, perfezionamenti, aggiornamenti professionali, responsabili di progetti e via dicendo) accumulati nel tempo per migliorarsi e non rimanere indietro in graduatoria.
A farsi portavoce della contrarietà all’idea del ministro, che si dovrebbe anche tradurre attraverso un mini concorso riservato all’accesso nelle graduatorie esaurite, è stata Elena La Gioia, da qualche mese presidente dell’ormai storico Cip, il ‘Comitato insegnanti precari’: “noi docenti precari ‘storici’ – ha detto La Gioia – è tutta la carriera che stiamo in coda, e se durante questa nostra lunga attesa siamo invecchiati non è colpa nostra, eravamo anche noi giovani quando abbiamo cominciato a insegnare nelle scuole”. Ne consegue che “il patto tra generazioni proposto dal ministro in realtà si tradurrà in un conflitto di interessi, perchè molti di noi hanno già figli giovani, anche laureati in attesa di occupazione”.
Secondo la rappresentate dei Cip, anche lei precaria di lunga data, siamo di fronte ad “un paradosso tutto italiano, che ancora una volta si tenta di risolvere con provvedimenti tampone o con dichiarazioni di intenti che tali resteranno: in realtà – teme La Gioia – i concorsi per favorire l’ingresso dei giovani nel mondo della scuola prospettati dal Ministro vedranno pochi posti e tantissimi concorrenti che come da requisito per partecipare dovranno essere già abilitati quindi esperti, e che i giovani appena abilitati dovranno tentare di scavalcare” Il rischio è cha si innescherà “l’ennesima guerra tra poveri”. Altro che patto generazionale, la prospettiva è l’idea del ministro Profumo condurrà verso una “lotta tra generazioni”.
Intanto, alcuni giorni fa, il 2 aprile, una rappresentanza del ‘Comitato tutela docenti precari legge 296’ ha incontrato alcuni funzionari del Miur per fare chiarezza sull’esito di una parte dei posti “congelati” in occasione dell’ultima tornata di assunzione, in attesa del giudizio definitivo dei giudici sulla questione “pettine-code”: si tratta di migliaia di posti “che hanno visto – spiega una nota del Comitato – un cambio di rotta da parte dell’Anief, la quale non si sta limitando a richiedere il ruolo per i ricorrenti allora individuati dal Commissario ad Acta, ma ha inondato di circa 10.600 ricorsi i giudici del lavoro di diverse province mettendo sotto ricatto i 30.000 ruoli dati dalle graduatorie ad esaurimento a partire dall’agosto 2009 ed ipotecando i risicati numeri dei prossimi”.
Come portavoce del disagio dei diretti contro-interessati, i precari hanno chiesto che in tempi brevi il Miur realizzi un “documento legale da inviare ai soggetti interessati. In questi tempi di forte recessione economica il Ministero – sottolineano dal ‘Comitato tutela docenti precari legge 296’ – non può continuare ad essere soccombente laddove potrebbe invece vincere e dirottare i risparmi ottenuti proprio sulle assunzioni di nuovi insegnanti mettendo fine ad innumerevoli e poco plausibili contenziosi che paiono sempre più l’unica forma di diritto scolastico”.
Sulla questione assunzioni è intervenuta però anche la stessa Anief, che attraverso il suo presidente, Marcello Pacifico, ha chiesto che il ministro Profumorispetti “le regole che l’Europa impone in merito alla lotta contro la precarietà e l’abuso dei contratti a termine. Sempre rispettando anche chi da diversi anni, anche più di 20 resi alle dipendenze della scuola pubblica, aspetta un posto che è suo di diritto”. Senza entrare nel merito della diatriba, Pacifico ha inoltre chiesto “di stabilizzare da subito i 50.000 precari della scuola, tra docenti e personale Ata, che quest’anno sono stati assegnati su posti vacanti e disponibili. Supplenti che poi sono stati costretti a perdersi tra veti, desideri e ricatti di chi vuole approfittare dell’ennesima procedura concorsuale per assicurarsi un voto o una tessera”.