Purché se ne parli, anche se l’idea che hanno avuto codesti no-green pass dimostra una sorta di grossolanità dovuta soprattutto all’ignoranza, alla mancanza cioè assoluta di cultura e conoscenza.
Alla frequenza di una scuola, se mai l’abbiano ben frequentata, che li ha visti passare, sembra, come goccia sulla cera, scivolare senza trarne i benefici e senza accogliere, per usarli coerentemente con la civiltà dell’uomo, gli strumenti critici utili a conoscere e interpretare il mondo e dunque pure l’arte e la letteratura, la scienza e i processi evolutivi dell’umanità.
Ma cosa hanno fatto? Hanno avuto la balzana visione di manifestare contro l’obbligo di green pass, uniti in una fila di filo spinato, tenendo in mano e addosso pettorine che replicano le divise degli internati nei campi di sterminio nazisti.
Oltre che coraggio, ci vuole una buona dose di spregiudicatezza e di disprezzo per la storia e le pene, le violenze, i massacri subiti dagli ebrei nel corso della shoah, semmai ne abbiano mai sentito parlare nei giusti toni.
Assimilare una pagina così tremenda, terribile, buia della storia dell’uomo con la stupidaggine dell’obbligo del green pass, che serve proprio per tutelare la salute e la vita di tutti, è quantomeno scellerato.
Una balordaggine di cui non si sono resi conto, ma crediamo soprattutto per mancanza di cultura, di una piena consapevolezza di ciò che è stata la tragedia immane di quei campi di morte e sterminio nazisti.
E infatti, è insorta l’Unione delle comunità ebraiche italiane: “Una vergogna intollerabile”, denuncia all’AGI Noemi Di Segni, presidente dell’Ucei.
E spiega: “Questa non è né potrà mai essere una protesta solo ebraica, perché in gioco ci sono valori che sono di tutti. La Memoria, fondamento di vita e civiltà. Auspichiamo una condanna unanime di fronte a fatti che non possono incontrare alcuna comprensione né essere falsamente equivocati come esercizio della libertà di espressione. Qui siamo in ben altro campo. Una vergogna intollerabile”.
E il sindaco di Novara, dove ha avuto luogo questa sorta di manifestazione, ha aggiunto: “esprimere le proprie idee e il proprio pensiero è non solo giusto ma anche un diritto sancito dalla Costituzione, ma paragonare una posizione ideologica relativa a un vaccino e ad un green pass alla pagina più tragica della nostra storia e a persone che sono state deportate, umiliate, torturate, annientate psicologicamente e assassinate è a dir poco vergognoso”.
In una nota l’Anpi di Novara scrive: “Un misero numero di persone ha manifestato identificandosi con milioni di uomini, donne, bambine e bambini cui furono strappati la dignità e la vita nei campi di sterminio nazisti. Questi pochi ignoranti della storia, che si definiscono vittime di una dittatura, che indossano pettorine a righe, irrispettosi delle milioni di vittime che la barbarie nazifascista ha portato, senza la minima coscienza, senza il minimo senso della vergogna, sono gli stessi che altrove insultano la senatrice Segre, testimone di quelle terribili violenze che ha subito e vissuto davvero, dimostrando nelle stesso tempo spregio della verità e vicinanza a quelle forze fasciste e naziste che costruirono quell’orribile sterminio”.
E ancora: “Paragonare le norme sul green pass ai campi di sterminio è un abominio che dimostra anche l’assoluta mancanza di conoscenza di quel terribile periodo storico”.
Sicuramente verrebbe da chiedere a questi manifestanti per la libertà, considerando che hanno avuto la libertà di sfilare in quella guisa, quale scuola abbiano frequentato e che livello di studio abbiano raggiunto. Perché anche queste sono domande che bisogna porsi. E se a scuola abbiano mai sentito parlare del “Giorno della Memoria”, se abbiano mai letto una pagina di storia relativa a quel periodo in classe e con la guida del loro insegnante.
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