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“No Moratti day” in sottotono

Il "No Moratti Day" non è stata una gran cosa: l’assenza dei sindacati confederali dal cartello dei promotori dell’iniziativa ha pesato (e non poco) sul buon esito delle manifestazioni che sono state peraltro numerose in tutta Italia.
Ma il fatto è che la partecipazione ai cortei non è stata molto alta.
A leggere i resoconti della stampa si potrebbe anzi parlare di un mezzo fallimento: meno di un migliaio i manifestanti nella capitale, mentre a Firenze, Bologna, Cagliari, Napoli e Palermo non si è andati al di là di qualche centinaia di adesioni.
Peraltro l’opposizione enfatizza i risultati della protesta: a Roma il deputato dei Verdi Paolo Cento scende in piazza a fianco del leader dei Cobas Piero Bernocchi e ribadisce che l’Unione del centro-sinistra deve inserire nel proprio programma la parola d’ordine "Abrogare la legge 53".
Intanto Cgil, Cisl e Uil preferiscono risparmiare le energie per la grande battaglia che si aprirà sul biennio economico del contratto ed alla quale si legherà probabilmente anche tutta la "partita" dell’articolo 43, tutor compreso.
E poi c’è la questione dello stato giuridico dei docenti; l’esame del disegno di legge Napoli-Santulli riprende il 15 febbraio alla Commissione Cultura e Istruzione della Camera, e l’opposizione annuncia battaglia fino all’ultimo respiro, soprattutto dopo l’"ultimatum" che Forza Italia ha lanciato pochi giorni fa: "La legge sullo stato giuridico – hanno scritto i massimi esponenti del partito di maggioranza relativa – deve essere approvata rapidamente, la consideriamo una priorità assoluta".
A complicare ulteriormente il panorama politico ci sono anche gli esiti del Congresso nazionale dei DS durante il quale è stato votato un ordine del giorno che impegna il partito a inserire la cancellazione della "legge Morattti" nel programma di un eventuale Governo di centro-sinistra; su questo punto specifico ha dunque vinto la linea radicale di Mussi e Berlinguer apertamente sostenuta sia dalla Cgil di Epifani sia dalla Flc di Enrico Panini.
Insomma lo scenario è abbastanza chiaro: il movimento continua a scendere in  piazza, la maggioranza, dopo aver preso le distanze dalla bozza di decreto sul secondo ciclo, cerca di sostenere l’iniziativa parlamentare mentre l’opposizione del centro-sinistra affila le armi sperando di ottenere qualche buon risultato alle prossime elezioni regionali.
Nella scuola reale i problemi restano gli stessi, anche se alla confusione ed alla incertezza di qualche mese fa sembra essere ormai subentrato un clima di stanchezza e rassegnazione. In molti  insomma sono convinti che "ha da passà ‘a nuttata".

Reginaldo Palermo

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