Home Politica scolastica “No presepe? No vacanze”: la Lega prosegue la sua propaganda politica

“No presepe? No vacanze”: la Lega prosegue la sua propaganda politica

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La Lega Nord ha presentato al Senato un disegno di legge per chiedere che tutti i dipendenti della scuola che non si riconoscono nei valori cattolici rinuncino di conseguenza anche alle feste cristiane, quindi a tutto il periodo di vacanze natalizie.

«Il no Natale si traduce coerentemente in no festa – spiegano quelli della Lega- con insegnanti o presidi che in quei giorni, festivi per i cattolici, possono invece andare al lavoro esercitando un loro legittimo diritto. È un’opportunità per tutti quegli insegnanti o presidi che magari rifiutano, come in questo periodo, di fare il presepe o far cantare le canzoni di Natale: se non riconoscono l’evento religioso allora andranno al lavoro. Del resto l’obiezione di coscienza è prevista per molte categorie, perché non aggiungere anche i docenti?».

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Così l’articolo 3 del disegno di legge leghista prevede che «l’obiezione di coscienza dà diritto a non osservare il riposo festivo connesso a tali festività».

«Le radici cristiane sono un valore fondante della nostra cultura che è importante anche per gli appartenenti ad altre religioni o per gli atei e agnostici conoscere e rispettare, senza atteggiamenti di rifiuto o aprioristica preclusione. Voler a tutti i costi cancellare i simboli della nostra identità in nome di un mal interpretato laicismo significa rinunciare ai principi su cui si fonda la nostra società, dato che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, così come sancito dall’articolo 9, numero 2, della legge 25 marzo 1985, n. 121 ovvero la Ratifica ed esecuzione dell’accordo, con protocollo addizionale, firmato a Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modificazioni al Concordato lateranense dell’11 febbraio 1929 tra la Repubblica italiana e la Santa Sede».

“Di questo passo arriveremo al «no scuola» e magari al creazionismo”: così ribatte Pippo Civati, già esponente di primo piano del Pd e ora uscito per dissensi contro il premier Renzi e la sua linea. “Al di là dell’insensatezza e dell’autolesionismo inconsapevole della proposta (che fanno quelli che non celebrano le feste comandate? Festeggiano le loro? E gli agnostici? Possono scegliere quando fare le ferie?), la deriva da provincia americana dovrebbe far riflettere. Manca solo Trump, diciamo”.