Maria Stella Gelmini, ex ministra dell’Istruzione ed oggi presidente dei deputati di Forza Italia, torna parlare del disegno di legge alla Camera sull’educazione alla cittadinanza, di cui è primo firmatario ed ora all’avvio dell’esame della Commissione Cultura, che contiene delle corrette modalità di approccio e di utilizzo delle nuove tecnologie, tra cui la proibizione dei telefoni cellulari in classe, anche per i docenti.
A meno da una settimana del suo intervento sul tema, su ‘Italia Oggi’, la forzista tiene a precisare che “l’informatica è essenziale e così anche l’utilizzo di internet per finalità di ricerca e didattiche”.
Detto questo, prosegue, il ddl presentato salva quindi “le finalità didattiche”, mettendo invece “l’accento sui fenomeni patologici conseguenti all’esplosione dell’utilizzo anche fra i più giovani di smartphone e tablet: non mi riferisco – continua Gelmini – solo al sexting, al cyberbullismo e a tutte le altre categorie del vasto campionario di abusi ben noti alla cronaca e neppure alla sola necessità di preservare in classe un clima di attenzione”.
L’ex ministra spiega, infatti che, prima di tutto va “salvaguardata la dimensione «relazionale» della scuola, come laboratorio d’incontro, confronto e condivisione fra i ragazzi, come persone fisiche che vivono nella vita reale, e non solo in quella virtuale. In poche parole, la vita in classe, deve essere un’esperienza materiale, umana, non una mera compresenza fisica. Questo approccio mi sembra trovi ampio conforto, se guardiamo all`esperienza di altri Paesi”.
Poi sottolinea: la mia “proposta di legge, dunque, ci allinea alle esperienze più virtuose, e non è affatto una battaglia rétro”.
Gelmini ricorda anche che la sua proposta di legge “riguarda anche altri aspetti dell’educazione alla cittadinanza digitale, come evoluzione dell’educazione civica, ma è normale che il tema dei telefonini sia stato registrato come più notiziabile. Anche perché siamo tutti assorbiti dagli schermi dei nostri Smartphone”.
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