La scrittrice sud coreana Han Kang ha vinto il Nobel per la Letteratura 2024 “per la sua intensa prosa poetica che mette a confronto i traumi storici con la fragilità della vita umana”. Lo riportano vari media tra cui Ansa. L’annuncio è stato dato oggi, 10 ottobre.
Nata il 27 novembre 1970, Han Kang ha vinto il Man Booker International Prize per la narrativa nel 2016 per “La vegetariana“, un romanzo sulla discesa di una donna nella malattia mentale e l’abbandono da parte della sua famiglia. Tra le altre opere di Han Kang “L’Ora di Greco“, “Atti Umani” (Premio Malaparte nel 2017), “Convalescenza“. Il premio sarà consegnato il 10 dicembre.
Come riporta Il Corriere della Sera, si tratta della diciottesima donna a ricevere il premio Nobel per la Letteratura ed è la prima volta che l’Accademia di Svezia sceglie una figura della Corea.
“L’Ora di Greco“, in particolare, come scrive La Repubblica, racconta la storia tra due personaggi dolenti ma con la voglia di ricominciare a sperare: una donna che tenta di recuperare la voce e un professore di greco che sta perdendo la vista.
Ecco la trama del libro, come riportato sul sito di Adelphi: “In una Seoul rovente e febbrile, una donna vestita di nero cerca di recuperare la parola che ha perso in seguito a una serie di traumi. Le era già successo una prima volta, da adolescente, e allora era stato l’insolito suono di una parola francese a scardinare il silenzio. Ora, di fronte al riaffiorare di quel mutismo, si aggrappa alla radicale estraneità del greco di Platone nella speranza di riappropriarsi della sua voce. Nell’aula semideserta di un’accademia privata, il suo silenzio incontra lo sguardo velato dell’insegnante di greco, che sta perdendo la vista e che, emigrato in Germania da ragazzo e tornato a Seoul da qualche anno, sembra occupare uno spazio liminale fra le due lingue. Tra di loro nasce un’intimità intessuta di penombra e di perdita, grazie alla quale la donna riuscirà forse a ritornare in contatto con il mondo. Scritto dopo La vegetariana e definito dal la stessa autrice ‘quasi un suo lieto fine’, ‘L’ora di greco‘ si insinua − avvolto in un bozzolo di apparente semplicità − nella mente del lettore, come un ‘assurdo indimostrabile’, una voce limpida e familiare che arriva da un altro pianeta”.
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