I lettori ci scrivono

Noi, genitori, abbiamo le armi spuntate per educare i nostri figli

Le parole più tristi e meno ipocrite della mia ultratrentennale attività di insegnamento credo di averle sentite dal padre di un mio alunno mentre sorseggiavamo un caffè al bar.

Provo a sintetizzarle, a memoria, parafrasandole: “Professo’, è sempre più difficile educare nostri figli. Io e mia moglie ci proviamo, glielo assicuro, ogni giorno. Ma a volte ci sentiamo inermi”.

Il figlio, mentre parlavamo, armeggiava con lo smartphone e di tanto in tanto ci guardava, sorrideva, sorseggiava la sua bibita, faceva la faccia dispiaciuta, sorrideva di nuovo, continuava a osservare lo schermo del telefonino.

“Ma non sono solo questi aggeggi, mi creda. E’ tutto il mondo che li aspetta fuori casa e fuori dalla scuola che non ci aiuta. Lo so che lei e i suoi colleghi parlate spesso in classe dei pericoli che ci sono fuori. Sono cose che diciamo anche noi, cercando di dargli gli anticorpi necessari per affrontarli e per non esserne travolti. Ieri ho letto una riflessione di Sgarbi, il critico d’arte che a me piace quando parla d’arte. E infatti ha detto una frase che io condivido appieno che dice più o meno così: ‘dobbiamo educare i ragazzi alla bellezza’. Ma poi, nei media, – continua il genitore – utilizza un linguaggio che allontana proprio da quella bellezza, si rivolge alle persone con un linguaggio scurrile e a volte addirittura volgare. Un linguaggio che i nostri ragazzi ascoltano e spesso imitano anche nella veemenza di rapportarsi agli altri. E non mi riferisco solo a Sgarbi, ovviamente, sarei in malafede se lo facessi. Ma ai tanti Sgarbi che ci sono nel mondo della politica, del calcio, della televisione, dei social e tutto il resto che loro guardano con occhi incantati e acritici”.

“Noi professo’, conclude il padre, abbiamo le armi spuntate per far capire che la felicità non è nel telefonino o nel mondo falso e patinato che c’è la fuori. Ci proviamo, parlandoci ogni giorno e portando il nostro esempio di genitori che cercano di non smentire con i fatti le parole che gli diciamo. Ma è difficile professò, mi creda. Se la politica e i padroni dei media in generale non capiscono che devono cambiare il loro modo di proporsi, educare i nostri figli sarà sempre più difficile. E questo non lo dico per sminuire le responsabilità della famiglia ma perché ci vuole un’assunzione di responsabilità da parte di tutti, altrimenti siamo destinati a una decadenza sociale”.

Augusto Secchi

iscriviti

ISCRIVITI al nostro canale Youtube

METTI MI PIACE alla nostra pagina Facebook

I lettori ci scrivono

Articoli recenti

Uomo in stato confusionale si introduce in una scuola: panico tra docenti e alunni, intervengono due genitori

Un altro caso relativo ad una persona esterna alla scuola che si è introdotta in…

22/11/2024

Un docente che non ha tempo di insegnare è la morte della scuola: esplode il dibattito sulla troppa burocrazia. È davvero così?

I docenti, soprattutto coloro che insegnano nella scuola secondaria di secondo grado, sono frustrati perché…

22/11/2024

Valutazione dirigenti scolastici, incontro al Mim. Flc Cgil: “Da garanti dell’autonomia garanti di disposizioni impartite dall’alto”

Si è svolto lo scorso 20 novembre al Ministero dell'Istruzione e del Merito l’incontro di…

22/11/2024

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la lettera di Valditara alle scuole – PDF

In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il Ministro dell’Istruzione…

22/11/2024

Mobilità 2025-2028, che punto è la trattativa? Quali novità sulle precedenze? Risponde l’esperto

Continuano in modo frenetico gli incontri tra organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL 2019/2021 e i…

22/11/2024

L’insegnante aggredita da 30 genitori è indagata: “Atto dovuto”. Lei replica: “Non verrà fuori nulla di compromettente”

L'insegnante di sostegno che è stata aggredita da una schiera di trenta genitori inferociti è…

22/11/2024