“Mediamente, con gli accorpamenti degli istituti, un preside si trova a dover gestire sei scuole ma molti arrivano a doverne dirigere 12 o 15”.
A ricordarlo è Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi, commentando gli ultimi dati Aran sui compensi della P.A., da cui si evince che i dirigenti scolastici si fermano a 63mila euro lordi annui, il compenso più basso tra la categoria pubblica.
Rembado si è soffermato sui carichi di lavoro dei dirigenti scolastici. Come “il problema delle reggenze: il 15% ha una seconda scuola in reggenza, ovvero in cui non c’è il titolare, l’indennità per il preside è simbolica e talvolta, quando l’istituto non è vicino, non si riconoscono al preside neppure le spese di viaggio per raggiungerlo”
Parlando della quota indicata dall’Aran, Rembado ha detto che i presidi figurino oggi tra i meno pagati tra i dirigenti della Pubblica amministrazione, “purtroppo non è una notizia: è incontestabile”
“Tra l’altro – ha continuato – 63 mila euro di stipendio l’anno è la cifra che percepisce orientativamente la mia generazione ma i presidi vincitori degli ultimi concorsi hanno stipendi mediamente sui 55 mila euro annui lordi”.
“L’ammontare degli stipendi dei presidi – ha concluso il leader dell’Anp – è enormemente più basso pur avendo le stesse responsabilità dei dirigenti della P.a. e spesso maggiori carichi di lavoro”.
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