Con la presente voglio raccontare la mia esperienza con il fondo integrativo pensione (statene alla larga!), in particolare con il fantomatico “Fondo Espero” e lanciare un appello a tutti i colleghi e a tutte le colleghe che intendono aderire o che hanno aderito (specie se lo han fatto da poco!) e dico loro chiaramente e senza troppe mezze misure:
“NON VI FATE FREGARE (come ho fatto io)!!!” NON ADERITE né, appunto, al Fondo Espero e neppure agli altri fondi integrativi pensati per la pensione: Non sarete, infatti, mai padroni dei vostri risparmi.
Eccovi alcune valide motivazioni:
1) Non sapete quando andrete in pensione e quanto camperete dopo di essa, se ci andrete…
2) Entrate dentro un’autentica gabbia dove uscirne è come passare da un tritacarne.
3) Se siete con un contratto tempo indeterminato, siete praticamente quasi spacciati ( a meno che non abbiate aderito da qualche settimana o mese e siete ancora nei tempi per annullare la domanda): potete sospendere i pagamenti, ma non recuperare più quanto versato (TFR da precari, relative quote mensile etc.). Potrete, al massimo, chiedere il 50 % per ristrutturazioni, acquisto casa e cure mediche (non mi pare vi siano altri casi/possibilità), solo, precisiamo, dopo otto anni dall’iscrizione, e, per giunta, probabilmente, vi dovrete pagare sopra le tasse!
4) Chiariamo per bene il punto 3: se acquistate, ristrutturate casa o dovete affrontare costose spese mediche, potete richiedere il 50% del vostro fondo, ma attenzione: potrete, ripeto, farlo solo dopo otto anni dall’iscrizione (prima non è praticamente lecito ammalarsi, mettere su famiglia o fare lavori in casa) e non mi risulta proprio che sarà un 50% netto, ma verrà tassato del 23 %, al momento della liquidazione. Se non avete maturato i fatidici otto anni, ma siete precari e avete bisogno di soldi, l’unica via da percorrere è il riscatto dell’intero fondo alla scadenza del contratto, Ma attenzione: leggete il punto 5…!!!
5) Se siete precari potete, come prima accennato, chiedere il riscatto della somma totale, ma solo alla fine della scadenza del contratto di lavoro (non prima: anche se avete un disperato bisogno di soldi, dovrete comunque aspettare). Ed eccovi le batoste: al momento del riscatto vi è il 23 % di tasse da pagare (e fino a qui ci può stare, considerati i soldi risparmiati per la deduzione dei redditi, ma inutile precisare che non penso avrete interessi, come nel caso di un’altra forma di investimento, sui soldi messi da parte, visto che in quel 23 %, restituite, di fatto, al datore di lavoro anche il contributo che questi aveva messo nel fondo ), ma, dopo un anno, dovrete, al momento della dichiarazione dei redditi, far figurare quelli che sono stati, in realtà, i vostri risparmi negli anni, addirittura come ‘reddito da lavoro’. Vi rendete conto? quasi aveste avuto un secondo lavoro!!!! Significa pagare un autentico pachiderma di altre tasse, rinunciare probabilmente agli “80 euro di Renzi” per un anno, ad eventuali agevolazioni a ticket sanitari etc.
6) Per la liquidazione della somma del riscatto preparatevi ad attese di mesi: la cosa non è, infatti, immediata come se aveste fatto un altro tipo di fondo, li aveste tenuti al sicuro in banca o li aveste investiti in buoni fruttiferi: oltre all’attesa della scadenza del contratto da lavoro, preparatevi prima ad attendere qualche giorno per l’accettazione della vostra domanda di riscatto e poi mesi per avere finalmente il denaro e non è detto che ve lo ridiano tutto in una volta, ma può essere che veniate liquidati anche in due o più rate! Delle vostre esigenze praticamente non gliene frega davvero niente a nessuno e vi pentirete anche per questo di non esservi tenuti stetti i vostri risparmi e di non avere avuta la totale libertà su di essi. Ma questo è niente a confronto con l’arrabbiatura che avrete quando vi ritroverete a dover figurare i vostri risparmi come un autentico reddito da lavoro dipendente. Perdonate se ripeto questo punto, ma è davvero il più dolente e nessuno, forse, vi informa adeguatamente su questo rischio.
7) Che aderire ad un fondo previdenziale sia paragonabile come all’entrare in un gabbia o in un vicolo cieco senza via di uscita, in fondo, ve lo dicono, tra le righe, in una delle loro FAQ (presenti sull’apposito sito web), anche loro: “Se pensi che la tua carriera nella scuola possa continuare, ti consigliamo di non farlo:non è fiscalmente conveniente “
8) L’assistenza telefonica del Fondo Espero si riduce a sole tre ore di reperibilità, da lunedì al venerdì, e così distribuite: due la mattina ed una durante il pomeriggio. Considerato che noi insegnanti la mattina siamo sempre impegnati a scuola (i signori dell’ Espero che si rivolgono alla nostra categoria, forse, non lo sanno?), la reperibilità telefonica si riduce, per noi, di fatto, ad una sola ora al giorno!!!! Eccovi, dunque, la considerazione che hanno di noi! Meno male che sarebbe un fondo pensato appositamente per i docenti! Questo la dice lunga di un certo pressapochismo! Le loro giustificazioni (riconducibili al solito, trito e ritrito ‘abbiamo tante mansioni da svolgere’ è del tutto irrisorio: se andate presso una qualsiasi banca, agenzia assicurativa o alle classiche Poste, avrete sicuramente un’assistenza migliore fino al numero di cellulare del consulente che vi segue senza contare a presenza di filiali sul territorio nazionale che potete raggiungere comodamente di persona (Nel caso del Fondo Espero, la sola sede è a Roma)
Datemi retta: ficcatevi letteralmente i risparmi nel materasso oppure metteteli al sicuro in una banca sotto forma di buoni fruttiferi o altro. Almeno sarete padroni al 100 % di essi!
Se avete già aderito, siete precari e non avete ancora versato grandi somme, un consiglio (poi siete liberi di decidere): riscattate il prima possibile per non ritrovarvi nelle medesime situazioni in cui mi son trovato io. In Banca o alle poste trovate altri sistemi per realizzare fondi che non vi giochino il medesimo scherzetto!
In particolare: se siete precari, giovani o quanto altro e, oltre a tali caratteristiche, avete anche intenzione di comperare o ristrutturare una casa, cambiare o acquistare mobilio, godervi la vita, mettere famiglia, comperare la dentiera avostro nonno, fare un matrimonio, un battesimo o che altro, date retta a me: TENETEVI STRETTI I VOSTRI RISPARMI E INVESTITELI IN ALTRA FORMA