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Non ammesso alla maturità a causa di due insufficienze “non gravi” e impegno incostante: fa ricorso, vince e si diploma

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Un ennesimo caso del genere: uno studente, inizialmente non ammesso agli esami di maturità, ha avuto la possibilità di sostenerli dopo aver fatto ricorso al Tar contro l’istituto, che si trova in Valle d’Aosta. Lo riporta il giornale locale Aosta Sera.

Lo studente, insieme ai suoi legali, ha contestato la non ammissione alla maturità, sostenendo che nello scrutinio finale avesse riportato “due sole insufficienze non gravi” in due materie e che, nel complesso, avesse raggiunto una media superiore, con voti elevati nelle materie di indirizzo.

Le ragioni dei docenti

Il Consiglio di Classe aveva motivato la decisione sottolineando non solo le due insufficienze, di cui una in una materia d’esame, ma anche la partecipazione passiva alle lezioni, un metodo di studio poco efficace e un impegno incostante. Anche la condotta dello studente, secondo il Consiglio, “non è stata sempre responsabile”. Di conseguenza, per i docenti, lo studente non aveva raggiunto gli obiettivi minimi richiesti e non sarebbe stato in grado di affrontare con successo l’Esame di Stato.

Nonostante questo giudizio, con un decreto monocratico presidenziale, il Tar ha ammesso in via provvisoria lo studente all’Esame di Maturità, che è stato poi superato con successo. Con l’esito, positivo, dell’esame, il Tar nell’entrare nel merito del giudizio, ha dichiarato il ricorso improcedibile per sopravvenuta carenza d’interesse.

Ammesso alla maturità dai prof con otto insufficienze, la ds convoca altro scrutinio e lo boccia: alunno fa ricorso e si diploma

Qualche tempo fa abbiamo trattato il caso di uno studente di diciannove anni di un liceo di Ancona, riportata da Il Corriere Adriatico. Il giovane era stato ammesso agli esami di maturità dai propri docenti nonostante avesse otto insufficienze a fine anno. Ma la dirigente scolastica avrebbe cambiato le carte in tavola spingendo verso la non ammissione.

Dopo il cambio di passo da parte della scuola, la madre del giovane, ignara di quanto accaduto nel dettaglio, ha fatto richiesta di accesso agli atti e ha scoperto che era stato, appunto, convocato un secondo scrutinio, si pensa proprio dalla preside.

Nel verbale di seduta della riconvocazione urgente dello scrutinio di classe la dirigente scolastica avrebbe dichiarato “non valida l’ammissione dell’alunno all’esame finale”, proprio per le insufficienze accumulate e “pertanto non può essere ammesso a sostenere l’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione”.

La famiglia del giovane ha così scelto di fare ricorso al Tar, che dovrà ora pronunciarsi nel merito, ma intanto ha accolto l’istanza cautelare e ha permesso al 19enne anconetano di diplomarsi al fotofinish, in seduta suppletiva.