La proposta del CSPI di inserire nell’OM sulla valutazione degli alunni una norma specifica per gli alunni con disabilità certificata in modo da consentire ai consigli di classe di non ammetterli alla classe successiva sta creando non pochi malumori.
Nei social non mancano le prese di posizione sull’argomento soprattutto da parte di docenti che, non da oggi, si occupano di inclusione.
E incominciano anche ad arrivare comunicati di comitati e associazioni, come quello del Comitato torinese per l’integrazione che in un documento diffuso in queste ore dichiara: “Il Comitato per l’integrazione prende atto con preoccupazione nella proposta del CSPI di introdurre nell’OM sulla valutazione degli alunni un comma che consenta ai consigli di classe di non ammettere alla classe successiva gli alunni con disabilità certificata, seppure in casi particolari”.
“Ci sembra – continua il Comitato – che una proposta del genere trasmetta una idea distorta di cosa si debba intendere per inclusione. Il progetto di inclusione, infatti, non consiste semplicemente nel garantire agli alunni disabili più tempo-scuola pur che sia”.
“L’inclusione – si legge ancora nel documento – è anche relazione e socialità. Trattenere l’alunno disabile nella stessa classe non garantirebbe il mantenimento delle relazioni sociali con i pari e con i docenti del team. La proposta ci sembra sbagliata anche perché può far pensare che l’inclusione sia legata principalmente alla presenza dell’insegnante di sostegno e non, come è e come dovrebbe essere, ad un progetto organico che coinvolge l’intera comunità scolastica”.
“E’ probabile – conclude il Comitato – che la richiesta del CSPI sia legata a legittime e comprensibili aspettative delle famiglie alle quali però, a nostro parere, si deve dare risposta attivando tutti i servizi educativi e territoriali che possono apportare un contributo alla realizzazione di un più ampio progetto di vita delle persone disabili”.