Cambiando orario di ingresso, il rendimento scolastico degli studenti può migliorare? In Inghilterra ci credono e in Italia La Stampa lo ha chiesto a Liborio Parrino, responsabile del Centro del Sonno dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e presidente dell’Associazione italiana di medicina del sonno (Aims).
Che il rendimento scolastico possa migliorare, per il prof non ci sono dubbi: “Non ci dobbiamo poi stupire se tra i banchi di scuola troviamo, anziché studenti con voglia imparare, solo degli zombie. I ragazzi hanno infatti bisogno di dormire di più e la società ha il compito di rispettare il loro orologio biologico”. Inoltre, spiega Parrino: “ Lo stile di vita della maggior parte dei ragazzi li porta ad andare sempre più tardi a letto. Di conseguenza la mattina hanno bisogno di dormire di più. Ma l’obbligo di doversi alzare presto per andare a scuola li porta a rinunciare a quelle preziose ore di sonno di cui invece avrebbero bisogno”.
Cambiare il loro stile di vita, andare prima a letto, è difficile, spiega ancora lo studioso: “è proprio la nostra società a spingere a ritardare l’ora del sonno, a cominciare dai programmi in prima serata che vanno in onda sempre più tardi. A mio avviso, quindi, la scuola non può far altro che adattarsi e offrire ai ragazzi una più ampia finestra per il risveglio. Invece, a parte questo lodevole esperimento britannico, si insiste a mantenere sempre i tradizionali orari. Ma la società non è più come quella di una volta e, visto che non possiamo obbligare il nostro orologio biologico a cambiare, allora possiamo modificare i tempi dei nostri impegni. In primis, quelli imposti dalla scuola. Se gli alunni sono più svegli a scuola anche le loro performance saranno migliori”.
Uno studio americano, fra l’altro, avrebbe dimostrato che posticipare l’inizio delle lezioni migliora il rendimento scolastico del 64 per cento, mentre è stato accertato “che dormire poco può aumentare di 200 volte il rischio di soffrire di depressione. E’ stato anche dimostrato che la carenza di sonno sopprime il sistema immunitario, aumentando il rischio di ammalarsi, ad esempio, di raffreddore. Ma anche di altre patologie più gravi, dall’ipertensione al cancro.
La carenza di sonno rende tristi, irritabili, permalosi, ecc. Se diventa cronica può addirittura cambiare la personalità di una persona: anche una persona solare ed estroversa, può diventare chiusa e introversa se non dorme quanto dovrebbe”.
“Dormire”, conclude il prof Parrino, “è la cosa più bella della vita. Non deve essere considerato una perdita di tempo, come invece la società attuale ci spinge a credere, ma una parte fondamentale e irrinunciabile. Del resto dormire è la prima cosa che impariamo ancor prima di nascere”.